Il recente aumento della volatilità dimostra che la sfida principale per i prossimi anni sarà quella di fare a meno del prolungato sostegno monetario senza ostacolare la crescita economica.
Il quadro macro: il recente aumento della volatilità dimostra che la sfida principale per i prossimi anni sarà quella di fare a meno del prolungato sostegno monetario senza ostacolare la crescita economica e sconvolgere troppo la psicologia del mercato.
Le vendite cospicue a livello globale confermano l’importanza della psicologia del mercato dopo un lungo periodo di calma. Tuttavia, il mercato azionario non rappresenta l’intera economia. Gli indicatori economici restano per ora solidi. A dieci anni dall’inizio della crisi finanziaria, l’economia globale mostra segni di ripresa sincronizzata.
Gli Stati Uniti stanno attualmente assistendo alla terza più lunga espansione economica della storia, con la curva di rendimento ancora in trend di appiattimento. Si tratta di un aspetto da monitorare con attenzione.
Detto questo, riteniamo che per ora le probabilità di recessione siano basse. La fiducia dei consumatori è ancora forte e le prospettive di investimento sono migliorate secondo alcuni importanti indicatori.
La politica fiscale di Trump pare destinata a dare un piccolo impulso alla crescita economica, ma nel tempo si tradurrà principalmente in un deterioramento delle finanze pubbliche e in una crescente disuguaglianza.
Un ulteriore inasprimento della politica monetaria è nei piani e, allo stato attuale, è plausibile che la Fed aumenti i tassi di interesse da tre a quattro volte entro la fine del 2018, più di quanto il mercato abbia già prezzato.
Per quanto riguarda l’Eurozona, negli ultimi due anni, l’economia si è ripresa considerevolmente e oggi sta procedendo all’interno di un ciclo economico positivo.
Tutti i settori sono in ripresa e il mercato del lavoro sta tornando a prosperare anche se la disoccupazione rimane al di sopra dei livelli pre-crisi e permangono notevoli differenze tra i paesi.
Non ci si può quindi attendere a breve un inasprimento della politica monetaria, anche perché la BCE vorrà evitare l’errore commesso nel passato, vale a dire inasprire troppo presto la politica monetaria.
Inoltre, un ulteriore apprezzamento dell’euro a causa dei tassi più elevati renderebbe più difficile per la BCE raggiungere l’obiettivo di inflazione.
L’economia della Cina si è attualmente stabilizzata. L’incertezza in materia di politica economica è diminuita, ma prevediamo che la crescita rallenterà nel 2018 a seguito della fine della ripresa economica trainata dal credito e del fatto che la politica monetaria rimane piuttosto rigida.
La Cina continua ad essere uno dei principali rischi per l’economia globale. Nel resto dei paesi emergenti, l’attività economica sta reggendo bene.
Di conseguenza, i cicli di allentamento della politica monetaria che hanno interessato gran parte del mondo emergente si sono conclusi. Sono in programma una serie di tornate elettorali: a marzo e maggio, rispettivamente in Russia e Colombia si terranno le elezioni presidenziali, mentre l’Indonesia ha programmato le elezioni locali a giugno.
Inoltre, si svolgeranno le elezioni legislative generali in Malesia (agosto) e Thailandia (novembre) ma saranno quelle in Messico (luglio) e Brasile (ottobre) ad attirare l’attenzione degli investitori.
Asset class su cui puntare
Azionario europeo: le valutazioni restano ragionevoli in Europa (15.0x gli utili stimati e i rendimenti da dividendo rimangono alti rispetto ai rendimenti obbligazionari).
La crescita degli utili è probabilmente sottostimata considerato lo scenario macro, ma rimane forte il rischio per l’Euro: il momentum degli utili in Europa rimane stabile. La politica monetaria si conferma accomodante.
Asset class su cui rimanere neutrale
Obbligazioni Corporate europee ad alto merito creditizio: l’impatto delle recenti turbolenze di mercato è stato limitato a causa delle duration più basse e per il fatto che gli spread si sono comportati relativamente bene.
Il rischio di insolvenza rimane sotto controllo nel prossimo futuro grazie a fondamentali del credito sufficientemente solidi e a tassi d’interesse bassi.
Tuttavia, l’analisi interna del merito di credito è necessaria e funge da pietra angolare nel processo di investimento quando le valutazioni diventano alte e le problematiche specifiche di società o settori potrebbero impattare duramente.
Asset class da sottopesare
Obbligazioni Governative: I mercati obbligazionari hanno avuto alcune settimane di turbolenza. I rendimenti a 10 anni dei Treausury e dei Bund tedeschi sono aumentati significativamente, uscendo dal range orizzontale in cui fluttuavano durante tutto il 2017 e raggiungendo massimi pluriennali.
I mercati obbligazionari erano già divenuti più volatili a causa di un inasprimento dei toni nelle comunicazioni delle banche centrali a partire dalla fine dell’anno.
L’impatto della riforma fiscale statunitense ha fatto sentire i mercati ulteriormente a disagio. Nell’area Euro, è improbabile che si verifichino ulteriori sorprese circa la crescita e non ci aspettiamo uno shock inflazionistico generalizzato in tempi brevi, dato che il mercato del lavoro è ancora in fase di stallo.
Tuttavia, il rischio di surriscaldamento del mercato è significativo, soprattutto se i dati relativi all’inflazione dovessero essere migliori delle attese.
Stiamo mantenendo una posizione di sottopeso per i titoli di Stato EUR in un portafoglio bilanciato e confermiamo la nostra posizione di forte sottopeso in termini di duration.
Azionario dei Paesi Emergenti: Anche se i mercati emergenti consentono un’esposizione alla ripresa della crescita globale e le valutazioni azionarie sono più interessanti (12,4x gli utili stimati) che nei paesi sviluppati, vediamo un rischio crescente per la regione:
1) i principali indicatori sono in ritardo rispetto a quelli dei mercati sviluppati
2) inasprimento delle condizioni monetarie in Cina; con il Congresso nazionale ormai alle spalle, l’attenzione potrebbe spostarsi dal sostegno alla crescita alla correzione degli squilibri, il che avrà un impatto sulle prospettive di crescita
3) le elezioni in diversi paesi EM nel 2018.
Se in cerca di un’esposizione sull’Asia, preferiamo il Giappone rispetto all’azionario dei mercati emergenti.
Commento a cura di Degroof Petercam AM (DPAM)