L’economia USA è ancora in buona forma, guidata dal consumatore. I dati macro in agenda domani avranno un impatto significativo sulla direzione che i mercati prenderanno.
Venerdì sarà un grande giorno per l’economia USA. Alle 14:30 di domani saranno rilasciati i dati relativi al mercato del lavoro, i Non-Farm Payroll, al tasso di disoccupazione e al reddito medio orario, seguiti dagli indici di fiducia dei consumatori, dell’ISM Manufacturing Index e dell’Università del Michigan.
Tutti dati importantissimi che hanno il potenziale per cambiare il corso del recente rally dei mercati. Il sell-off del quarto trimestre del 2018 ha rappresentato una flessione all’interno del ciclo, piuttosto che l’inizio della fine e i dati macro di domani avranno un impatto significativo sulla direzione che i mercati prenderanno.
Il consumatore statunitense, che rappresenta i due terzi della domanda aggregata dell’economia e in quanto tale rappresenta la componente più importante del PIL statunitense, è attualmente in buona forma. Questo è stato anche ribadito da Jerome Powell, Ben Bernanke e Janet Yellen più di una volta nella riunione a cui hanno partecipato l’attuale presidente della Fed e i suoi predecessori lo scorso 4 gennaio.
L’inflazione è bassa (1,9%), l’inflazione salariale è al massimo degli ultimi nove anni (3,2%) e le condizioni finanziarie rimangono discrete, seppur inasprite in dicembre a causa del sell-off generalizzato nei mercati finanziari.
Ci si aspetta una certa moderazione nei dati sul mercato del lavoro, dopo il report estremamente rialzista diffuso lo stesso giorno dell’importante riunione della Fed. È probabile che i Non-Farm Payroll siano di supporto, ma non una ripetizione dei 312.000 posti di lavoro aggiunti del mese scorso.
Dato che l’inflazione rimane bassa, è legittimo ritenere che un’invariata crescita del reddito medio orario di circa il 3,2% sarebbe l’ideale per i mercati; si tratterebbe di una sana crescita reale degli utili, senza però fuggire e causare effetti di secondo ordine. Questo permetterebbe alla Fed di continuare ad essere paziente con tassi a breve termine, un ingrediente cruciale per il potente rimbalzo a cui abbiamo assistito quest’anno.
La fiducia dei consumatori ha molto a che fare con la disponibilità di posti di lavoro e con la loro retribuzione. Tuttavia, nei periodi di stress in cui i mercati azionari sono in calo, la fiducia dei consumatori tende a seguire con un certo ritardo. Secondo l’Università del Michigan, il valore relativo al sentiment dei consumatori per il mese di gennaio (rilasciato il 18 gennaio) ha mostrato un forte calo da 98,3 a 90,7.
Il valore finale verrà comunicato venerdì e secondo Bloomberg sarà un numero leggermente migliore di quello preliminare. Dalla sua partenza, il rally si è raffreddato, ma non da segnalare un’inversione di tendenza, solo un ritmo molto più lento con minore volatilità.
La sensazione è che il numero potrebbe essere un po’ più alto rispetto all’opinione diffusa, data la stabilizzazione che abbiamo visto nella seconda metà del mese.
Infine, ma non meno importante, c’è l’ISM Manufacturing. Anche se il valore assoluto di dicembre (54,1) non è stato particolarmente negativo, ci sono stati due problemi nel report che ha spaventato i mercati. In primo luogo, il forte calo rispetto al valore di 58,8 di novembre è stato il più grande che abbiamo visto negli anni.
In secondo luogo, i dettagli non sono stati incoraggianti. La componente dei nuovi ordini, generalmente vista come componente dell’indice che guarda avanti, si è attestata a 51,1, la più bassa da agosto 2016. Secondo Bloomberg, il valore assoluto di gennaio sarà a 54,0, praticamente invariato rispetto a dicembre.
Se dati come l’ISM Manufacturing non riescono a stabilizzarsi, questo sarà preso in modo piuttosto negativo nei mercati per gli asset più rischiosi. Parte del motivo del rally è stato che le valutazioni sono scese troppo a dicembre, considerato che i dati non erano poi così male. Se questo non sarà più il caso, le valutazioni post-rally potrebbero iniziare a sembrare costose.
La stabilizzazione della fiducia dei consumatori e dei dati relativi alla produzione è necessaria per giustificare l’inizio vigoroso del 2019. Siamo d’accordo con Powell, Bernanke e Yellen: l’economia USA sta decelerando, ma è ancora in buona forma, guidata dal consumatore. I mercati hanno quindi bisogno dei dati di venerdì per supportare questa visione.
Commento a cura di Felipe Villarroel, Chartered Financial Analyst di TwentyFour AM