Il punto sul trend del settore immobiliare nel quarto trimestre del 2018 e i cambiamenti in atto nel mercato.
Mentre operatori del settore immobiliare e risparmiatori si interrogano sugli effetti dello spread altalenante, nei finanziamenti per la casa è in atto quel processo di “normalizzazione” che si aspettava da tempo.
Dopo quasi tre anni di predominio delle surroghe, i mutui prima casa tornano a essere la richiesta prevalente delle famiglie, e con il 46,7% sul totale della domanda confermano la ripresa di un andamento organico del settore immobiliare.
Le banche stanno smaltendo il sovraccarico di domanda di mutui surroga rilevata fino al primo semestre dell’anno, per cui l’erogazione raggiunge il 55,1%.
Il dominio assoluto del tasso fisso
Nell’ultimo anno la richiesta di tasso fisso ha guadagnato quasi dieci punti percentuali, fissandosi nel quarto trimestre all’85,3%. Ancora più rilevante è il dato dal punto di vista delle erogazioni: oltre 9 mutui su 10 sono a tasso fisso, il 90,7%, anche grazie alle condizioni vantaggiose proposte dalle banche.
Per quanto riguarda le durate
Si registra un totale di 74,2% di richieste di mutui con durate “lunghe”, tra i 20 e i 30 anni, che richiamano immediatamente la scelta del tasso fisso. Dalla parte delle erogazioni, troviamo il 46,8% di mutui a 20 anni. In seconda posizione c’ è il 16,9% di mutui a 15 anni.
Guadagna quasi il 3% l’importo medio richiesto dei mutui, ora a 132.667 euro rispetto ai 128.974 del terzo trimestre dell’anno. Cresce anche l’importo medio erogato dalle banche, passando da 124.365 euro a 126.924 dell’ultimo trimestre.
Oltre un terzo della domanda di mutui, il 34,8%, è per una somma dai 50 ai 100.000 euro, percentuale in calo rispetto al 36,1% del trimestre precedente. Crescono invece leggermente gli importi di tutte le fasce più alte richieste, fino a oltre 200 mila euro. Andamento simile per le erogazioni.
In aumento le percentuali di valore finanziate
Una buona parte di richieste di mutui è per finanziare dal 70 all’80% del valore della casa (il 37,2%). Segue la percentuale di loan-to-value dal 60 al 70%, con il 17,6% sul totale delle rilevazioni.
Lato erogazioni, le percentuali finanziate si ridimensionano e per l’intervallo 70-80% troviamo il 27,1% dei mutui concessi, seguito dal valore 60-70% con il 22,8% dell’erogato.
Il profilo prevalente del mutuatario
A livello di richieste il profilo prevalente è del nord Italia (42,5%), ha tra i 36 e i 45 anni (43,3%) e un impiego a tempo indeterminato (82,8%) con un reddito tra i 1.500 e i 2.000 euro (36,4%).
I valori coincidono in linea di massima con il profilo di chi ottiene un finanziamento per acquistare casa, fatta eccezione per il dato professionale: i lavoratori a tempo indeterminato sono l’87,4%.
L’aggiustamento dei tassi
Aumentano lievemente i tassi a ottobre, con il tasso medio fisso che segna l’1,94% rispetto all’1,90% del mese precedente e il variabile che guadagna due centesimi di punti ed ha segnato, sempre in ottobre, lo 0,82%.
Questi aumenti fanno parte di una politica messa in atto dalle banche per reagire al clima di incertezza e ai maggiori costi del denaro, ma non sono di fatto imputabili direttamente a un cambiamento delle condizioni dei parametri a cui i tassi dei mutui si rifanno realmente, dunque Eurirs ed Euribor.
A dimostrazione di quanto detto, dopo l’1,56% del’8 ottobre, l’Irs torna a calare e il 9 novembre segna l’1,48%, mentre l’Euribor a 3 mesi è ancora fermo a -0,37%.
Commento a cura di Roberto Anedda – MutuiOnline.it