Utile netto trimestrale in forte crescita per UBI Banca. Per Victor Massiah, CEO del gruppo, è un risultato in linea con l’evoluzione del piano industriale previsto.
Il primo trimestre del 2018 si è chiuso per UBI Banca con un utile netto di 117,7 milioni di euro rispetto ai -11,9 milioni registrati nel 4 trimestre 2017.
Al netto delle componenti non ricorrenti, l’utile netto del primo trimestre del 2018 si è attestato a 121 milioni di euro, in significativa crescita rispetto ai 21,4 del 4 trimestre 2017.
Il 1 trimestre dell’anno di UBI Banca è stato caratterizzato:
– dalla conferma, per il 3° trimestre consecutivo, dell’andamento positivo del margine d’interesse generato dall’attività di intermediazione con la clientela;
– dalla sostenuta ripresa delle commissioni collegate all’attività di collocamento prodotti di risparmio gestito e assicurativi, attività che nel 4 trimestre era stata impattata dai lavori per l’integrazione, sia informatica che operativa, delle 3 Banche acquisite e dalla complessiva riorganizzazione commerciale del Gruppo;
– dall’ulteriore contrazione degli oneri operativi, nonostante l’inclusione nel primo trimestre 2018 del consueto contributo stimato al Fondo di Risoluzione (34,2 milioni), non presente nel 4 trimestre 2017 che includeva solo 8,1 milioni di adeguamento del contributo al Fondo Tutela
Depositi;
– dalla significativa riduzione del costo del credito, che include ulteriori rettifiche emerse a conclusione dell’ispezione da parte di BCE sul portafoglio crediti Imprese del Gruppo, in bonis e non, terminata operativamente a fine febbraio 2018.
Victor Massiah, CEO di UBI Banca, ha così commentato i risultati trimestrali “Questa è una trimestrale molto positiva, perché abbiamo segni “più” su tutte le componenti. Innanzitutto abbiamo un utile che cresce in maniera molto elevata: credo che da molti anni non vedevamo 120 milioni di utile in un solo trimestre. Aggiungiamo che a questo si deve una distribuzione delle componenti tutta ben equilibrata, perché abbiamo i ricavi che crescono, i costi che sono assolutamente sotto controllo e un costo del credito coerente con – diciamo così – le nuove dimensioni di uscita dalla crisi. Conseguentemente portiamo a casa un risultato perfettamente in linea con l’evoluzione del piano industriale previsto.”