Segna un +59% a € 67 mln l’utile netto del primo trimestre 2017 di Ubi Banca. Il gruppo ha svalutato ulteriormente l’investimento nel fondo Atlante.
Ubi Banca archivia il primo trimestre dell’anno con un utile netto di 67 milioni, in aumento del 59,4% rispetto all’analogo periodo del 2016.
Nuova svalutazione sull’investimento nel fondo Atlante.
I proventi operativi sono saliti del 3,3% a 798,2 milioni, con margine di interesse a 347,2 milioni (-10,4%) e commissioni nette a 350,9 milioni (+4,1%), gli oneri operativi sono diminuiti dell’1,1% a 522 milioni, per un rapporto cost/income sceso al 65,4%.
Sui risultati pesano oneri relativi al progetto Banca Unica per 4,6 milioni e spese legate all’acquisizione delle “good bank” per 1,1 milioni.
Ubi Banca ha inoltre effettuato una nuova svalutazione da 18,87 milioni sull’investimento nel fondo Atlante, che si aggiunge alla rettifica da 73 milioni del quarto trimestre 2016. Complessivamente l’istituto ha svalutato la quota Atlante del 56,5% rispetto ai 162,2 milioni versati.
Per quanto attiene alla solidità patrimoniale, il Cet1 fully loaded è all’11,29%.
Obiettivi del piano industriale
Utile netto 2020 a 1,12 miliardi con RoTe al 12%. Questo è l’obiettivo di redditività di Ubi Banca previsto dall’aggiornamento del piano industriale del gruppo dopo l’acquisizione di Banca Marche, Etruria e Carichieti.
Il Cet1 è previsto oltre il 13% considerando anche il previsto aumento di capitale da 400 milioni, mentre il rapporto cost/income è stimato al 52,8% considerando anche gli oneri di ristrutturazione. Il texas ratio è atteso all’86,8%.
Il gruppo Ubi porterà avanti anche una solida politica dei dividendi, con la distribuzione di circa il 40% dell’utile ordinario.