Tra inflazione e atterraggio duro

Il dato sull’inflazione del Regno Unito pone la Banca d’Inghilterra (BoE) sotto pressione in vista della riunione sui tassi d’interesse prevista per domani.

inflazioneQuesta mattina, l’indice dei prezzi al consumo nel Regno Unito ha registrato un tasso di inflazione del 10,4%, con un aumento inaspettato rispetto al mese precedente (10,1%) che ha interrotto la precedente tendenza alla moderazione. La misura “core”, considerata più significativa, è salita al 6,2% su base annua rispetto al precedente 5,8%.

Ciò pone la Banca d’Inghilterra sotto pressione in vista della riunione sui tassi d’interesse prevista per domani, nonostante i timori globali di ulteriori crisi finanziarie a causa dell’aumento dei costi di finanziamento. In particolare, l’aumento dell’inflazione “core” è una preoccupazione per i responsabili politici del Regno Unito, soprattutto se la crescita dei salari continua a superare il 6%.

I salari sono strettamente correlati al settore dei servizi dell’economia, dove l’inflazione è salita dal 6,0% al 6,6%. Tuttavia, i costi dei beni sono rimasti stabili, aumentando solo dello 0,1% al 13,4%.

I mercati hanno reagito prontamente, prezzando una maggiore probabilità di un aumento dei tassi di interesse sia domani che a maggio. I rendimenti dei Gilt sono aumentati rapidamente per riflettere questa situazione. Anche la sterlina si è apprezzata, a causa dell’aumento delle aspettative sui tassi d’interesse del Regno Unito rispetto ad altri paesi.

I dati di oggi pongono la Banca d’Inghilterra in una posizione difficile in vista della riunione del comitato di politica monetaria (MPC), in bilico tra la minaccia di un’inflazione elevata e prolungata e i potenziali svantaggi di una possibile caduta della crescita economica e/o di un incidente finanziario.

I mercati sono stati recentemente scossi dalla paura di quest’ultimo evento, con la liquidazione o la fusione di banche sia negli Stati Uniti che in Europa. La BoE spera di poter evitare una situazione analoga nel Regno Unito, ma deve bilanciare questo rischio con il costo per la popolazione di un possibile prolungamento della compressione del costo della vita.

La Banca deve percorrere un percorso molto delicato, dato che l’aumento dei costi di finanziamento comincia a farsi sentire, ma l’inflazione rimane ben al di sopra del tasso obiettivo del 2%.

Secondo le ultime previsioni della Banca, l’inflazione si attesterà al 3,9% alla fine del 2023, ma all’1,0% a metà del 2024. La capacità di guardare al di là dell’attuale alto livello di inflazione può essere considerata un motivo adeguato per non aumentare ulteriormente i tassi di interesse solo se si vede che il tasso di inflazione si sta visibilmente moderando. I dati di oggi metteranno in discussione questo aspetto.

Mentre i banchieri centrali discutono degli effetti della politica monetaria con tempi di ritardo lunghi e variabili, dopo 15 mesi di una serie sempre più rapida di rialzi, gli effetti negativi diventano sempre più evidenti. Queste considerazioni probabilmente manterranno il voto del MPC diviso, ma la sorpresa al rialzo dell’inflazione oggi darà munizioni ai falchi.

I mercati prevedono ora un rialzo dello 0,25% domani, con un’alta probabilità di un ulteriore 0,25% a maggio. Questo sarebbe un ritmo più lento rispetto ai recenti e rapidi aumenti dello 0,5%, ma darebbe ancora credibilità al mandato della Banca di combattere l’inflazione, come richiesto dal Cancelliere britannico.

Tuttavia, i rendimenti dei gilt sono saliti per riflettere la probabilità di ulteriori rialzi, dopo essere scesi bruscamente nelle ultime due settimane, mentre gli investitori cercavano sicurezza nell’incertezza sulla stabilità finanziaria. L’aumento delle aspettative sui tassi di interesse e dei rendimenti dei gilt ha contribuito a rafforzare la sterlina rispetto al dollaro USA e all’euro.

Commento di Oliver Blackbourn – Janus Henderson

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