Finale d’ottava all’insegna delle vendite a Piazza Affari. L’FTSE Mib cede il 3,18% e chiude a ridosso dei minimi di giornata. Il rapporto sull’occupazione Usa allerta i mercati sulle mosse della Fed.
L’effetto positivo delle dichiarazioni di Mario Draghi sulla probabile estensione oltre il 2016 del piano di quantitative easing e l’aumento dal 25 al 33% della quota limite degli acquisti di titoli pubblici e privati, dura un solo giorno.
Oggi l’attenzione dei mercati si è focalizzata sulle risultanze del rapporto sull’occupazione Usa di agosto che, evidenziando la creazione di 173mila, contro i 220mila previsti, nuovi posti di lavoro nel settore non agricolo ed un tasso di disoccupazione al 5,1%, rende molto più realistica ed incombente, anche se non certa, la stretta monetaria della Fed che sarà decisa dal board nella riunione del 17 settembre prossimo.
Indicazioni negative sono inoltre giunte questa mattina dal fronte macro economico europeo ed in particolare dal dato sugli ordini all’industria tedesca che sono diminuiti dell’1,4% rispetto a giugno e dello 0,5% rispetto a luglio 2014, rivelandosi peggiori delle attese che erano per un calo, su base mensile, dello 0,6%.
In questo quadro l’FTSE Mib ha ceduto il 3,18% scivolando a 21472 punti.
Vendite sui bancari con Unicredit che ha lasciato sul campo il 4,93% a 5,595 euro%, Bca Mps il 4,80% a 1,803 euro, Intesa Sanpaolo il 4,68% a 3,14 euro, Banco Popolare il 4,42% a 14,93 euro, Bca Popolare Emilia Romagna il 4,41% a 7,58 euro, Mediobanca il 3,97% a 8,715 euro.
Male anche i titoli del risparmio gestito con Azimut che ha archiviato l’ottava in calo del 4,89% a 19,47 euro e, Mediolanum con un -4,12% a 6,75 euro.
Non è andata meglio per gli industriali. CNH Industrial ha ceduto il 4,05% a 6,64 euro, Finmeccanica il 3,68% a 11,78 euro, FCA il 2,94% a 12,20 euro.
Passando agli energetici Saipem ha chiuso gli scambi in flessione del 3,87% a 7,815 euro, Eni con un -2,36% a 14,45 euro, Enel con un -2,54% a 3,91 euro.