Soffre l’industria, anemico il commercio al dettaglio

Settembre nero per l’industria italiana. Dopo la variazione positiva di agosto, il fatturato segna -4,6%, gli ordinativi -6,8%. Male anche il commercio al dettaglio.

istat industria ordinativi fatturato

Battuta d’arresto per l’industria italiana che a settembre 2016 evidenzia una flessione su base mensile del 4,6% per il fatturato e del 6,8% per gli ordinativi. Segno meno anche per il commercio al dettaglio che sempre a settembre cala dello 0,6%.

Per il fatturato la flessione più marcata si è avuta sul mercato interno (-5,5%) rispetto a quello estero (-2,8%).

Il fatturato dell’industria italiana si riallinea a livelli di poco inferiori rispetto a quelli registrati a luglio (-0,6 punti percentuali) con effetti differenziati tra mercato interno in flessione (-1,5 punti), e mercato estero in espansione (+1,8 punti).

Nella media degli ultimi tre mesi, l’indice complessivo segna un ampio incremento (+2,3%) rispetto ai tre mesi precedenti (+2,5% per il fatturato interno e +1,8% per quello estero). I beni strumentali registrano una crescita sostenuta (+5,0%).

Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 22 come a settembre 2015), il fatturato totale diminuisce in termini tendenziali dello 0,3%, sintesi di un decremento dell’1,3% sul mercato interno ed un incremento dell’ 1,8% su quello estero.

Gli indici destagionalizzati del fatturato segnano flessioni congiunturali per tutti i raggruppamenti principali di industrie, che risultano particolarmente rilevanti per i beni strumentali (-6,8%) e per l’energia (-4,6%).

L’indice grezzo del fatturato diminuisce, in termini tendenziali, dello 0,3%: il contributo più ampio a tale flessione viene dalla componente interna dei beni intermedi.

Per il fatturato la diminuzione tendenziale più ampia riguarda la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-12,3%), mentre il maggior incremento riguarda la fabbricazione di macchinari (+5,8%).

Nel confronto con il mese di settembre 2015, l’indice grezzo degli ordinativi segna un aumento del 2,6%. L’incremento più rilevante si registra nella fabbricazione di mezzi di trasporto (+10,6%), mentre la flessione maggiore si osserva nella fabbricazione di prodotti chimici (-3,3%).

In occasione della diffusione dei dati relativi a settembre 2016 si è operata la consueta revisione retrospettiva degli indici (si veda la nota metodologica).

Commercio al dettaglio

A settembre 2016 le vendite al dettaglio registrano una diminuzione congiunturale, pari a -0,6% sia in valore sia in volume, confermando le tendenze negative registrate nei mesi precedenti. Le vendite di prodotti alimentari diminuiscono dello 0,3% in valore e risultano stazionarie in volume; quelle non alimentari calano dello 0,8% sia in valore sia in volume.

Nella media del trimestre luglio-settembre 2016, l’indice complessivo del valore delle vendite al dettaglio diminuisce dello 0,4% rispetto al trimestre precedente. L’indice in volume diminuisce, nello stesso arco temporale, dello 0,6%.

Rispetto a settembre 2015, le vendite diminuiscono complessivamente dell’1,4% in valore e dell’1,7% in volume. La flessione più marcata riguarda i prodotti non alimentari: -1,6% in valore e 1,9% in volume.

Tra i prodotti non alimentari si registrano variazioni negative per quasi tutti i gruppi di prodotti. Le diminuzioni più marcate si rilevano per i gruppi Cartoleria, libri, giornali e riviste (-4,1%) e Calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-3,9%).

Rispetto a settembre 2015 si osserva una contenuta flessione del valore delle vendite per la grande distribuzione ( 0,2%), mentre il calo risulta molto più marcato per le imprese operanti su piccole superfici (-2,5%). E’ quanto comunicato dall’Istat.

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