Alla vigilia delle elezioni, lo stato di salute dell’economia Usa appare solido come non mai, con un +2,9% del Pil.
Negli Stati Uniti il clima comincia a surriscaldarsi. La prossima settimana (martedì 8 novembre) gli americani saranno chiamati alle urne per decidere il prossimo presidente del Paese. Secondo le ultime rilevazioni elaborate da Bloomberg al 30 ottobre, Hillary Clinton è salita al 47,6%* dei consensi contro il 43,3%* di Donald Trump. Wall Street guarda con interesse a chi sarà il prossimo inquilino della Casa Bianca, anche perché i due candidati hanno mostrato posizioni in campo economico diametralmente opposte.
Alla vigilia delle elezioni, lo stato di salute della prima economia del mondo appare solido come non mai. Il Pil del terzo trimestre ha registrato il maggior incremento dalla metà del 2004, mostrando una variazione positiva del +2,9%* (dato annualizzato).
Il dato dello scorso venerdì è maggiore del +2,6%* stimato dagli analisti. Le rilevazioni economiche non fanno che avvalorare la tesi di un incremento dei tassi nella riunione della Federal Reserve in calendario il prossimo 14 dicembre.
Stando alle stime degli analisti censiti da Bloomberg le probabilità di un rialzo in tale data sono salite al 74,2%*. L’evento potrebbe non essere accolto con favore dagli indici americani, che in effetti hanno già avviato una fase di lateralizzazione dopo i massimi della scorsa estate. In questo quadro potrebbero presentarsi interessanti occasioni per posizionarsi sul settore tecnologico statunitense, storicamente meno sensibile al rialzo del costo del denaro.
Secondo molti analisti, la dinamica di sovra-performance delle società del settore rispetto alle altre è rintracciabile nell’ingente disponibilità di cassa, tesi questa suffragata anche da dati empirici.
Secondo quanto riporta Bloomberg la percentuale di società capaci di porsi sopra il consensus degli analisti è pari al 79,59%*, la più alta fra i tre indici americani.
In questo scenario, l’indice Nasdaq 100 continua la fase di lateralità iniziata nella seconda metà di settembre. Al netto dello spunto che il 25 ottobre scorso ha permesso di aggiornare i massimi storici a 4.911,76 punti, i corsi sono compresi nel rettangolo delimitato da 4.890 punti superiormente e dalla base a 4.800 punti inferiormente. Per poter dichiarare terminata la fase laterale occorrerebbe una violazione decisa dei 4.900 punti, che aprirebbe la strada a nuovi allunghi verso la soglia psicologica a 5.000 punti.
Per valutare nuovi acquisti sembra più indicato attendere un ritracciamento verso area 4.800 punti. Sotto i 4.730 punti si avrebbe invece un’inversione ribassista, tesi avvalorata dalla violazione della trend-line rialzista tracciata sul grafico giornaliero con i minimi crescenti del 12 settembre e 13 ottobre. In quest’ottica eventuali posizionamenti in vendita avrebbero primo target in area 4.656 punti, in corrispondenza del minimo toccato il 12 settembre scorso.
(Tutte le date e i dati numerici nel testo di cui sopra sono tratti da Bloomberg).
Commento a cura di di Vontobel Certificati