Il CFA Italy Radiocor Sentiment Index si mantiene su valori superiori alla prima metà del 2017. Emerge una preferenza per il mercato azionario italiano ed europeo rispetto a quello americano.
Il sondaggio svolto da CFA Society Italy in collaborazione con Il Sole 24 Ore Radiocor presso i suoi Soci tra il 18 ed il 31 dicembre 2017, ha visto la partecipazione di 48 intervistati.
Circa il 90% degli operatori finanziari ritengono positiva e stabile la situazione attuale dell’economia Italiana.
In termini di aspettative sui prossimi sei mesi, la differenza tra coloro che risultano ottimisti sulle prospettive dell’economia italiana, rispetto ai pessimisti, è pari a 27,7, un valore che rappresenta il ” CFA Italy Radiocor Sentiment Index ” per il mese di gennaio 2018. Il dato di sintesi scende rispetto alla precedente rilevazione di 34,5, mantenendosi comunque su valori superiori alla prima metà del 2017.
I risultati del sondaggio sulla situazione macroeconomica italiana, attuale ed attesa, vanno letti nel quadro di una crescita globale che nel corso del 2017 ha sorpreso in positivo, manifestandosi più sostenuta e sincronizzata di quanto non fosse atteso da molti analisti, e le attese sull’Italia non hanno fatto eccezione seguendo la stessa tendenza.
Infatti, se ad inizio 2017 gli “ottimisti” sulla crescita italiana nel sondaggio rappresentavano poco più del 20%, con un Sentiment Index che si attestava a valori inferiori al 10%, nel corso dell’anno la tendenza è stata per una progressiva revisione al rialzo, complici anche una stringa di dati positivi di sia dal lato della produzione che della domanda interna.
Ad oggi, nonostante la flessione evidenziata nell’ultimo dato di dicembre, probabilmente dettata anche dall’effetto legato al recente annuncio dell’appuntamento elettorale di marzo, il Sentiment Index sembra comunque confermare l’attesa di una situazione economica in consolidamento che si inserisce in un contesto generalmente favorevole.
Guardando nel dettaglio della survey, infatti, i partecipanti all’indagine sembrano avere attese molto positive nei confronti dell’economia europea in aggregato, se vogliamo anche migliori rispetto all’economia americana, benché nell’ultimo mese l’approvazione del Tax Cut and Jobs Act negli U.S.A. abbia probabilmente determinato un lieve upgrade delle previsioni di crescita americane, come si può evincere dal miglioramento del sondaggio su questa area.
Relativamente all’inflazione, i partecipanti sembrano condividere generalmente l’opinione che nei prossimi sei mesi, in primis negli Stati Uniti ma con notevole e rinforzata fiducia anche in Eurozona e in Italia, la rivedremo risalire, verosimilmente diretta conseguenza delle attese di crescita che porteranno l’economia americana ed europea a crescere sopra potenziale per un altro anno in un contesto globale in cui l’output gap dovrebbe anch’esso approssimarsi a chiusura. Pressioni domestiche (crescita sopra potenziale), riduzione dell’overcapacity globale (global output gap in restringimento) e attese di petrolio in crescita sono verosimilmente il quadro che i partecipanti al sondaggio si attendono per giustificare queste attese di inflazione al rialzo.
Coerentemente con questo contesto macroeconomico positivo, i partecipanti propongono view di tassi a tre mesi in salita, scontando da un lato una Federal Reserve che nel rispetto del proprio mandato, continuerà un tightening graduale e probabilmente una Banca Centrale Europea che progressivamente inizierà a mostrarsi meno dovish di quanto non sia attualmente prezzato. Un rialzo è inoltre scontato sulla parte a lunga della curva, verosimile riflesso delle citate condizioni economiche, attese di inflazione e variazione dei tassi a breve.
Atteso inoltre un modesto apprezzamento del dollaro USA vs Euro ed un deprezzamento più marcato dello Yen.
Per quanto riguarda le performance attese del mercato azionario, emerge una preferenza relativa per il mercato italiano ed europeo rispetto a quello americano. Con riferimento invece alla redditività delle società italiane, nei prossimi sei mesi il re-rating delle aspettative di crescita, inflazione e politica monetaria hanno prodotto rispetto al mese passato una riallocazione delle preferenze per il settore petrolifero, con il maggiore incremento, seguito dal settore Assicurativo e poi Bancario. In discesa le attese di redditività del settore Automobilistico, delle Costruzioni e delle Comunicazioni.
Commento a cura di Annalisa Usardi, CFA Economist Amundi SGR