Il Consiglio di Gestione di UBI Banca ha approvato i risultati consolidati del primo semestre del 2015.
I primi sei mesi del 2015 si sono chiusi con un utile netto di €124,4 milioni per il Gruppo UBI Banca, in crescita del 17,2% rispetto ai €106,2 milioni del primo semestre del 2014.
Al netto delle poste non ricorrenti, l’utile netto di periodo si è attestato a €136 milioni (+3,9% rispetto ai €130,8 del primo semestre 2014), il miglior risultato semestrale dal 2008.
Nel primo semestre dell’esercizio, la gestione economica del Gruppo ha generato un risultato della gestione operativa pari a 663,4 milioni di euro (691,5 milioni nel primo semestre 2014), con ricavi core (margine di interesse e commissioni nette) in tenuta a 1.516,2 milioni di euro, un risultato della finanza che si è attestato a 111,1 milioni (136,6 a giugno 2014) e oneri operativi stabili, nonostante la presenza, nel 2015, di 7,3 milioni di elementi non ricorrenti, al netto dei quali i costi risulterebbero, ancora una volta, in calo.
Nel dettaglio, il margine d’interesse, pari a 847,1 milioni di euro, mostra una contrazione del 6,8% anno su anno (circa 61 milioni), principalmente per il minor contributo della componente finanziaria (-20,4% o 39 milioni circa a seguito della scadenza, a fine 2014, di circa 5 miliardi di titoli di stato ad elevato rendimento) ma anche per la flessione della componente legata all’attività di intermediazione con la clientela (-3,2% o 23 milioni), impattata da volumi medi decrescenti anno su anno in uno scenario fortemente competitivo che si è riflesso sui prezzi degli impieghi, mentre prosegue la riduzione del costo del funding.
Al 30 giugno 2015, il patrimonio netto consolidato del Gruppo UBI Banca, incluso il risultato di periodo, si attesta a 9.887 milioni di euro rispetto ai 10.094 milioni del marzo 2015 in relazione alla riduzione delle riserve AFS in concomitanza con la crisi greca, ma in crescita rispetto ai 9.804 milioni di fine dicembre 2014.
Bene a fine giugno 2015 i ratio patrimoniali:
il CET 1 ratio “phased in” al 30 giugno 2015 risulta pari al 12,94% rispetto al 12,45% di marzo 2015 e al 12,33% del 31.12.2014;
il CET1 stimato a regime è pari al 12,33% rispetto al 12,20% di marzo 2015 e all’11,5% del 31.12.2014;
il TCR “phased in” si attesta al 15,62% (15,34% a marzo 2015 e 15,29% al 31.12.2014);
il Leverage ratio calcolato in base alle regole di Basilea 3, che stabilisce che il patrimonio di base debba essere almeno pari al 3% delle attività in bilancio e fuori bilancio, ammonta “phased in” al 6,14% e “fully loaded” al 5,88%.