Cala nel terzo trimestre 2016 il volume d’affari del gruppo guidato da Stefano Cao. Crescono i ricavi di Saipem che segnano un +15%.
Saipem chiude il terzo trimestre 2016 con ricavi pari a 2,610 miliardi di euro, in crescita del 15% rispetto al terzo trimestre 2015. Nei nove mesi il volume d’affari del gruppo ha toccato i 7,885 miliardi, in flessione dagli 8,445 miliardi segnati a settembre 2015.
L’Ebitda nel terzo trimestre è stato di 328 milioni, superiore al consenso di 307 milioni, in crescita del 2,2% tendenziale. L’ebit è aumentato dell’8,4% a 115 milioni (135 milioni il consenso), valore che nei nove mesi sale a 479 milioni a fronte di un passivo di 336 milioni di euro del 2015.
Rispetto al terzo trimestre 2015, migliora del 27,7% il risultato netto rettificato a 60 milioni, utile che da gennaio si porta a 200 milioni contro il passivo di 562 milioni rilevato a settembre 2015. Da gennaio 2016 Saipem ha registrato un passivo di 1,925 miliardi, al netto di svalutazioni per 2,125 miliardi, di cui -1,978 miliardi nel terzo trimestre.
In flessione il debito netto, sceso dai 5,390 miliardi di dicembre 2015 a 1,673 miliardi, contrazione dovuta, oltre che al perfezionamento dell’operazione di aumento di capitale nel corso del primo trimestre, al flusso di cassa operativo generato nei primi nove mesi.
Gli investimenti tecnici del 2016 sono stati pari a 167 milioni di euro, in marcato calo rispetto ai 407 milioni dei primi nove mesi del 2015, di cui 70 milioni nel terzo trimestre. Positivi i dati sull’acquisizione di nuovi ordini pari a 6,627 miliardi (5,357 miliardi nei primi nove mesi del 2015).
Confermato l’outlook per il 2016 che vede per l’intero esercizio ricavi a 10,5 miliardi di euro, un ebit rettificato a 0,6 miliardi, un utile netto rettificato a 0,25 miliardi, investimenti tecnici inferiori ai 0,4 miliardi di euro e un indebitamento netto di circa 1,5 miliardi.
Per il 2017 il gruppo Saipem stima ricavi per 10 miliardi, un ebitda di 1 miliardo, un utile netto superiore a 200 milioni, il debito netto al di sotto di 1,4 miliardi e investimenti tecnici intorno a 0,4 miliardi.
Approvato inoltre il piano strategico che prevede diversi interventi per affrontare un contesto di mercato deteriorato e con prospettive di recupero spostate nel tempo rispetto a quanto precedentemente ipotizzato tra i quali una rifocalizzazione del portafoglio di business, il de-risking delle attività, una maggiore ottimizzazione dei costi ed efficacia dei processi, una maggiore attenzione su tecnologia e innovazione e la riduzione di circa 800 risorse.
Tutto ciò si realizzerà attraverso la creazione di cinque divisioni: costruzioni offshore, costruzioni onshore, drilling offshore, drilling onshore, e una dedicata alle attività e ai servizi di ingegneria ad alto valore aggiunto, al fine di migliorare l’offerta per avvicinarsi ulteriormente alle esigenze dei clienti.
“Il piano strategico intende rispondere alle sfide che ci impone il mercato. Tale strategia industriale segue e conclude le operazioni straordinarie affrontate quest’anno, come la modifica del controllo azionario, l’aumento di capitale e il rifinanziamento del debito, tutte operazioni che hanno consentito alla società di giungere a una solida stabilità finanziaria” ha dichiarato l’ad Stefano Cao.