Prospettive petrolio 2023: un fragile equilibrio

Se nel 2022 i prezzi del petrolio sono stati caratterizzati da volatilità, nel 2023 sono più resilienti.

prezzi petrolio 2023

Dal 23 marzo di quest’anno il calo del prezzo del petrolio è stato innescato dai problemi registrati nel settore bancario e dai maggiori rischi di recessione, mentre la ripresa è stata guidata da fondamentali ancora solidi.

Ad inizio aprile l’OPEC+ ha tagliato il suo target di produzione, riportando le curve in backwardation e ravvivando le preoccupazioni per l’offerta.

I report sul mercato petrolifero di aprile mostrano un’insolita dispersione nelle previsioni ufficiali: l’OPEC e l’International Energy Agency (IEA) indicano un deficit per la seconda parte dell’anno, mentre l’U.S. Energy Information Administration (EIA) stima un persistente surplus in ogni trimestre del suo orizzonte di previsione.

Nonostante la riapertura della Cina e la ripresa in corso nel settore dell’aviazione, l’EIA prevede un surplus a causa della resiliente offerta globale, in crescita nonostante i tagli dell’OPEC+ e le sanzioni internazionali contro la Russia.

Gli Stati Uniti restano un forte traino all’offerta, sebbene la produzione statunitense cresca al di sotto del suo potenziale. L’EIA prevede che nell’ultimo trimestre del 2024 la produzione degli Stati Uniti potrebbe superare i 12,8 mb/d, avvicinandosi dopo quasi 4 anni al picco storico di 13,0 mb/d.

Ad aprile, l’OPEC+ ha sorpreso i mercati con un taglio di 1,66 mb/d al suo target (valido da maggio a dicembre), per compensare la debolezza della domanda globale. Tuttavia, la coesione del gruppo potrebbe nuovamente indebolirsi nei prossimi mesi per i divergenti obiettivi strategici a lungo termine di Russia, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti.

Nel loro scenario di base, EIA, OPEC e IEA prevedono che le scorte di greggio e prodotti petroliferi dell’OCSE rimarranno vicine alla media quinquennale nel 2023.

Le scorte di prodotti sono basse, ma dovrebbero aumentare ed esercitare pressioni al ribasso sui margini di raffinazione.

Gli analisti di Intesa Sanpaolo individuano i seguenti

Rischi al rialzo:

– Crescita limitata dell’offerta, controllo della produzione;

– Crescita della domanda dalla Cina e dal settore dei trasporti (inclusa l’aviazione); stagionalità positiva;

– Scorte di prodotti inferiori alla norma e margini di raffinazione ancora positivi (ma in calo, soprattutto in Asia);

– Interruzioni impreviste delle forniture

Rischi di ribasso:

– Un quadro macroeconomico difficile, rischi di una domanda globale più debole del previsto;

– Sentimento ribassista sui mercati finanziari, complici turbolenze nel settore bancario o di politiche monetarie ancora aggressive.

Comemnto a cura di Daniela Corsini, CFA – Commodity Markets – Intesa Sanpaolo

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