Produzione industriale italiana cala più del previsto

Produzione industriale italiana debole a dicembre ma l’anno si chiude con +11,8%.

produzione industriale italianaLa produzione industriale italiana è calata più del previsto a dicembre, di -1% m/m, dopo il robusto incremento di 2,1% m/m (rivisto al rialzo da 1,9%) registrato a novembre. Su base tendenziale la crescita ha invece rallentato al 4,4% da un precedente 6,6%.

Il calo risulta diffuso a quasi tutti i principali raggruppamenti d’industrie, ad eccezione della produzione di prodotti energetici che è rimasta sostanzialmente stagnante (+0,1% m/m). La più ampia contrazione è stata registrata dai beni durevoli di consumo (-4.8% m/m) ma anche l’output di beni strumentali è diminuito di un marcato -2,2% m/m che di fatto annulla il progresso messo a segno a novembre. La produzione di beni intermedi è invece scesa di -0,5% m/m mentre quella dei beni di consumo non durevoli ha registrato un più contenuto -0,1% m/m.

Nonostante la contrazione di dicembre l’industria è comunque salita di 0,5% t/t nel 4° trimestre del 2021, in decelerazione dal +1% t/t estivo. Il 2021 è risultato un anno particolarmente robusto per l’industria italiana: la produzione è infatti cresciuta in media dell’11,8% rispetto all’anno precedente, una dinamica più vivace rispetto a quelle registrate dalle altre principali economie dell’Eurozona. Al contrario di Germania e Francia infatti l’industria italiana ha già recuperato, e superato, i livelli di attività pre-Covid (+2% rispetto a febbraio 2020).

Rispetto all’anno precedente i settori che nel 2021 hanno mostrato il maggior dinamismo sono la gomma (+18,8%) le apparecchiature elettriche (+18,6%) e la metallurgia (+17,5%) ma la crescita risulta comunque diffusa a tutti i comparti ad eccezione dell’attività estrattiva (-7%).

Lo scenario per la manifattura italiana nei primi mesi del 2022 appare però meno promettente: i dati sull’utilizzo di gas nel settore industriale suggeriscono che la produzione potrebbe essere calata anche a gennaio mentre la recrudescenza dei contagi potrebbe aver inciso sulle ore lavorate per via delle quarantene.

Le prime indicazioni sul consumo di gas durante la prima settimana di febbraio sembrano invece offrire modesti segnali incoraggianti ma al momento è ancora prematuro parlare di riaccelerazione: continuiamo infatti a ritenere che nel 1° trimestre del 2022 l’attività industriale rimarrà debole, frenata dagli elevati costi energetici. Non a caso i dati giornalieri evidenziano una domanda di gas da parte delle imprese industriali durante il weekend leggermente superiore alla norma, possibile segnale di uno spostamento di parte delle lavorazioni nei giorni in cui i prezzi sono relativamente più ridotti.

I rischi per l’industria a inizio 2022 appaiono quindi rivolti verso il basso ma le prospettive per il medio termine restano incoraggianti: secondo la più recente indagine trimestrale della Commissione Europea le imprese manifatturiere italiane, grazie all’elevato stock di ordinativi, dispongono di oltre 6 mesi di produzione assicurata (tra i più elevati nell’intera Eurozona) suggerendo come l’industria disponga di un ampio potenziale di crescita una volta superate le problematiche correnti.

Nel 4° trimestre del 2021 la crescita di 0,6% t/t del PIL è risultata più solida del previsto ma nel 1° trimestre del 2022 la ripresa potrebbe decelerare ancora, intorno allo 0,2% t/t.

L’espansione dovrebbe comunque riaccelerare a ritmi superiori all’1% su base congiunturale nei trimestri centrali dell’anno, coerentemente con una crescita in media annua superiore al 4% nel 2022 anche se, al momento, i rischi per lo scenario appaiono moderatamente verso il basso.

Commento a cura della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo

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