Primi segnali di crisi bancaria sistemica?

La domanda pressante è se i recenti fallimenti bancari siano eventi idiosincratici che saranno contenuti o i primi segnali di una crisi bancaria sistemica.

fallimenti banche crisi bancaria sistemicaQuesto inizio di 2023 è stato caratterizzato da tre fattori: un ciclo di inasprimento aggressivo da parte della Federal Reserve, un’inflazione ancora al di sopra dell’obiettivo e i dati economici che mostrano una certa capacità di ripresa.

In questo contesto, i mercati hanno ipotizzato una serie di possibili scenari, da un atterraggio morbido a un atterraggio duro, fino al caso di nessun atterraggio. Ma a marzo le cose si sono fatte ancora più “interessanti”.

C’è un detto che recita: “La Fed aumenta fino a quando non si rompe qualcosa”, e il mese scorso qualcosa si è rotto con il fallimento della Silicon Valley Bank (SVB) e della Signature Bank (SBNY), mentre il governo svizzero ha dovuto imporre l’acquisizione del Credit Suisse da parte di UBS. Le conseguenze di questi eventi saranno importanti per l’andamento dei mercati e dell’economia nei prossimi mesi.

Sebbene l’impatto finale di questi eventi sia ancora da vedere, al momento le probabilità di una recessione sono aumentate e la sua tempistica anticipata.

Le obbligazioni tornano a fare da ancora

Le recenti turbolenze nel settore bancario hanno sorpreso i mercati in quanto la maggior parte degli investitori considerava il settore di alta qualità dopo aver trascorso gli ultimi 15 anni a costruire solide posizioni patrimoniali a seguito della regolamentazione governativa dovuta alla crisi finanziaria del 2008.

Le difficoltà del settore bancario possono avere un impatto significativo sulle aspettative per l’economia, sul ciclo di inasprimento della banca centrale e sui rendimenti del mercato.

In momenti come questi, il reddito fisso di alta qualità può garantire le necessarie caratteristiche difensive a un portafoglio.

Mentre i titoli azionari cedevano a causa delle tensioni nel settore bancario a marzo, il reddito fisso core si è mosso in modo inversamente proporzionale, fornendo un’ancora che gli investitori si aspettano dalla loro allocazione obbligazionaria.

Pur non prevedendo grandi fallimenti bancari, siamo convinti che il reddito fisso sia uno strumento necessario per la costruzione del portafoglio, in quanto il ciclo di inasprimento della Fed per rallentare l’economia e ridurre l’inflazione potrebbe creare dei rischi.

Fallimenti bancari: Eventi idiosincratici o crisi sistemica?

Mentre gli investitori possono apprezzare i vantaggi di diversificazione mostrati dalle obbligazioni nelle ultime settimane, la domanda pressante è se i recenti fallimenti bancari siano eventi idiosincratici che saranno contenuti o i primi segnali di una crisi bancaria sistemica.

Sembra ancora troppo presto per dirlo con certezza, ma per il momento la prima ipotesi appare valida, in quanto le banche fallite presentavano rischi e sfide ben distinti dal settore bancario nel suo complesso. Detto questo, gli eventi idiosincratici hanno il potenziale per diventare sistemici.

È importante notare che le banche si trovano ad affrontare un contesto di tassi d’interesse difficile, in quanto i tassi d’interesse a breve termine sono elevati e la curva dei rendimenti è invertita.

Inoltre, con l’aumento dei tassi a breve termine, le banche si trovano ad affrontare una forte concorrenza per i nuovi depositi da parte dei fondi del mercato monetario e obbligazionario a più alto rendimento.

La creazione di credito è un motore fondamentale della crescita economica. Nella misura in cui i nuovi depositi portano all’estensione del credito, vale anche l’inverso: i deflussi di depositi si traducono in una riduzione della creazione di credito. Se le banche continueranno a registrare deflussi di depositi, riteniamo che ciò comporterà un’ulteriore stretta sull’economia.

Le banche saranno costrette a trattenere la liquidità e a inasprire gli standard di prestito, erogando meno prestiti, meno rischiosi e più costosi, favorendo così un rallentamento dell’attività economica.

Indipendentemente dal fatto che si verifichi o meno una crisi bancaria sistemica, la Fed si trova al momento in una situazione ancora più difficile, dovendo tentare di evitare i fallimenti delle banche e di contenere l’inflazione.

Riteniamo che questo sia un fattore negativo per l’economia e che aumenti le possibilità di recessione. Inoltre, la Federal Reserve appare molto più vicina a una pausa dopo il rialzo dello 0,25% di marzo, visto che considera gli effetti sull’economia di condizioni finanziarie più rigide e dell’imminente rallentamento della crescita dei prestiti da parte delle banche.

Commento a cura di Greg Wilensky – Janus Henderson

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