All’indomani della decisione della Fed di lasciare invariato il costo del denaro nel range 0-0,25% e dopo la lettura preliminare del Pil Usa, prevalgono le vendite sull’FTSE Mib (-1,07%).
Chiusura negativa a Piazza Affari, ma lontano dai minimi di giornata (22209), per l’FTSE Mib che flette dell’1,07% a 22442 punti.
Archiviata la decisione della banca centrale americana che ha lasciato invariato il costo del denaro nel range 0-0,25%, non escludendo un aumento dei tassi di interesse nella riunione di dicembre, l’attenzione dei mercati si è focalizzata sulla tornata di dati macro economici d’oltreoceano ed in particolare sulla lettura preliminare del Pil Usa che evidenziato una crescita nel terzo trimestre 2015 dell’1,5% a/a, in decisa frenata rispetto al +3,9% precedente ed al di sotto delle attese che erano per un +1,6%.
In aumento le nuove richieste di sussidi di disoccupazione, salite a 260 mila unità. Inatteso il calo mensile dell’indice pending home sales (-2,3%) che si aggiunge al -1,4% della rilevazione precedente. Le aspettative erano per una crescita su base mensile dell’1,1%.
In questo scenario il titolo in netta controtendenza è stato Telecom Italia che ha guadagnato l’8,70% salendo a 1,262 euro. Acquisti su Yoox che è avanzato dell’1,15% a 30,85 euro, S. Ferragamo (+0,79% a 24,24 euro), Luxottica (+0,31% a 64,05 euro) e Mediaset (+0,30% a 4,61 euro).
Le vendite hanno colpito STM che ha ceduto il 4,75% a 6,22 euro, Banco Popolare (-4,08% a 13,41 euro), Saipem (-4,01% a 8,505 euro), UBI Banca (-3,68% a 6,80 euro), Bca Mps (-3,45% a 1,677 euro), Bca Pop Emilia Romagna (-3,01% a 7,41 euro), Pop Milano (-2,90% a 0,854 euro), Unicredit (-2,24% a 5,895 euro), Enel (-2,17% a 4,142 euro), per citare i titoli con ribassi superiori ai due punti percentuali.