La curva degli US Treasury a 2-10 anni ha raggiunto i 35 pb, avvicinandosi così ai 20 pb in estate, mentre le azioni statunitensi hanno subito una correzione del 4%.
La volatilità delle ultime due settimane ha certamente tenuto gli investitori del reddito fisso ancorati alle loro sedie, con i commenti del presidente della Federal Reserve Jerome Powell che suggeriscono come la politica monetaria statunitense non sia stata “nemmeno lontanamente neutrale”, causando così onde d’urto nei tassi globali, nei mercati azionari (correzione del 4% negli Usa) e del credito.
Il rendimento degli US Treasury a 10 anni ha superato molto rapidamente il livello di resistenza al 3,125% e in breve tempo ha iniziato a testare il prossimo livello di resistenza intorno al 3,25%. La curva degli US Treasury a 2-10 anni ha raggiunto i 35 pb, avvicinandosi così ai 20 pb in estate, mentre le azioni statunitensi hanno subito una correzione del 4% e gli spread creditizi statunitensi sono rimasti intorno ai 40 pb in seguito ai recenti rialzi.
La reazione ai commenti di Powell ci dimostra che i mercati sono preoccupati per un possibile errore politico da parte della Fed. Gli investitori temono che, aumentando troppo velocemente i tassi, la Banca Centrale possa far accelerare inavvertitamente la fine del ciclo del credito, il quale è stato messo in primo piano con l’appiattimento della curva dei rendimenti negli Stati Uniti negli ultimi mesi.
Powell e i suoi colleghi membri della Federal Open Market Committee finora sono stati disposti a guardare attraverso periodi di volatilità, per non parlare di una serie di venti geopolitici contrari, mantenendo la politica del rialzo tassi. Gli Stati Uniti hanno raggiunto un tasso di disoccupazione del 3,8%, l’inflazione ha raggiunto l’obiettivo del 2%, la fiducia dei consumatori è in salute, gli spread del credito sono ancora molto compressi e il tasso di crescita del PIL è al 4,2%.
Considerando i dot plot al valore nominale, ci rimettiamo in carreggiata per un altro aumento nel 2018 e per altri tre nel 2019, spingendo potenzialmente i tassi di 100 bp in più rispetto ai livelli attuali.
Quindi, partendo da qui dove andremo? Le brevi turbolenze sui mercati della scorsa settimana hanno rappresentato una sana correzione che ha dato al ciclo più spazio per correre oppure hanno anticipato un possibile errore politico che la Fed sta per commettere accelerando così la fine del ciclo?
A meno che non crediamo che ci sia qualcosa di più sinistro dietro l’angolo, i mercati tendono a rimbalzare dopo una correzione come questa. Ma gli spread di credito USA a 40 pb in seguito recenti rialzi, per noi, non rappresentano una correzione materiale.
Questo potrebbe essere visto come un segnale del mercato statunitense che si limita a recuperare il ritardo con l’allargamento degli spread e che abbiamo già visto in Europa quest’anno. È difficile sostenere l’aggiunta del rischio di credito americano in un calo così contenuto.
In termini di un potenziale catalizzatore in grado di causare quel rimbalzo, ci sono una serie di micro eventi all’orizzonte grazie all’imminente stagione di reporting che potrebbe ricordare tempestivamente che questo ciclo di invecchiamento rimarrà intatto.
I guadagni daranno ai mercati una buona visione del business sentiment e mostreranno se i solidi fondamentali sopra elencati e operati dalla Fed si rifletteranno nell’economia reale.
Commento a cura di David Norris, Head of Credit USA – TwentyFour Asset Management