La decisione dell’OPEC di estendere il taglio della produzione di petrolio ha l’obiettivo di scongiurare la minaccia rappresentata dello shale oil e far aumentare i prezzi.
La decisione dell’OPEC di estendere il taglio della produzione per nove mesi non rappresenta una sorpresa, con i mercati che già lo avevano prezzato.
Tuttavia, la curva dei future sul petrolio sempre più in backwardation e il recente aumento dei prezzi, non solo hanno giustificato la decisione dell’ OPEC di limitare l’offerta, ma stanno ora incoraggiando altre nazioni produttrici a partecipare ai tagli della stessa.
Ciò mette in luce la crescente volontà dei paesi produttori di restringere collettivamente l’offerta per scongiurare la minaccia rappresentata dello shale oil e far aumentare i prezzi.
Il boom produttivo di shale in precedenza ha agito da freno rispetto a qualsiasi tendenza rialzista del greggio derivante dall’accordo dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio sul taglio della produzione.
Questa volta la situazione potrebbe essere differente: con lo shale a lottare per controbilanciare i tagli alla produzione dell’ OPEC, un contesto strutturalmente rialzista per il greggio potrebbe essere in preparazione.
Commento a cura di Viktor Nossek, Director of Research, WisdomTree in Europe