Il motivo alla base della discesa dei prezzi del petrolio WTI è da attribuire alla riduzione degli acquisti da parte della Cina.
Durante il mese di gennaio le quotazioni del petrolio WTI si sono spinte a ridosso dei minimi dei primi giorni del 2019. Il motivo alla base della più recente discesa dei prezzi è da attribuire (ancora) al coronavirus, e alla conseguente riduzione di acquisti di petrolio da parte della Cina.
Con un consumo giornaliero di 14 milioni di barili, la Cina è il primo importatore mondiale di oro nero. In questo quadro, un sostegno ai prezzi potrebbe arrivare dall’OPEC che, alla luce degli ultimi sviluppi, potrebbe decidere di tagliare ulteriormente la produzione.
Graficamente, nella seduta del 3 febbraio scorso potrebbe essersi verificata una falsa rottura del fondamentale supporto a 50,64 dollari, ereditato dai minimi del 15 gennaio 2019.
Tutte le volte in cui questo livello di supporto è stato testato si sono sempre verificati rimbalzi importanti.
A corroborare questo livello di concentrazione di domanda è anche l’RSI a 14 periodi, che evidenzia una situazione di ipervenduto sul petrolio WTI. Se il supporto in essere dovesse cedere, i corsi potrebbero riportarsi sui minimi di dicembre 2018.
Commento a cura del team Vontobel