Il mercato dei mutui fa un ulteriore passo indietro registrando l’ennesimo calo dei valori dei tassi di interesse.
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Previsioni disattese per il mercato dei mutui che, invece di seguire un corso naturale di ripresa dei tassi e dei mutui prima casa, fa un ulteriore passo indietro registrando l’ennesimo calo dei valori dei tassi di interesse. Otto richieste su dieci sono state per un mutuo a tasso fisso.
Il mercato risponde con le surroghe
Secondo le rilevazioni dell’Osservatorio di MutuiOnline.it, ad aprile 2018 il tasso fisso ha segnato l’1,91% (era il 2,36% un anno fa) e il tasso variabile lo 0,84% (contro l’1,04% dello scorso anno a maggio), mentre la discesa dei tassi si è portata dietro ancora una consistente percentuale di surroghe, il 47,5% nel secondo trimestre appena iniziato contro il 46,9% dei primi tre mesi dell’anno.
Il dato più eclatante è dal lato delle erogazioni, dove le surroghe guadagnano in tre mesi ben 10,6 punti percentuali, arrivando al 53,7% del totale del campione rilevato.
Vince la certezza del mutuo a tasso fisso
Trasferire il mutuo di questi tempi vuol dire trovare condizioni comunque più convenienti di sempre. E allora perché non farlo e scegliere la migliore assicurazione per il futuro di un mutuatario, il tasso fisso?
Otto richieste su dieci sono state per un mutuo a tasso fisso, l’81% contro il 78,6% dello scorso trimestre, mentre solo il 16,8% del campione ha richiesto un tasso variabile (era il 19% tre mesi fa).
Leggero calo invece per i mutui concessi allo stesso tasso, che perdono lo 0,8% e fanno segnare il 79,4% del campione rilevato.
Si riducono i piani di ammortamento
Il costo più basso dei finanziamenti incoraggia la scelta di durate più brevi. I 20 anni guadagnano 4 punti percentuali e arrivano a occupare il 35,3% del campione, mentre per le erogazioni il dato più rilevante è la scalata in classifica del periodo minore o uguale ai 10 anni, che con il 19,1% guadagna ben 5,6 punti percentuali rispetto al primo trimestre del 2018.
Importi medi richiesti ed erogati più alti
Altro effetto delle condizioni convenienti è la crescita dell’importo medio richiesto – 128.150 euro (contro i 126.3777 euro del trimestre precedente) – e concesso, 125.952 euro sui 125.104 euro precedenti.
Si domandano e si erogano principalmente somme ricomprese tra i 50.000 e i 100.000 euro (36,6% per le richieste e 35,6% per le concessioni).
Condizioni migliori per chi finanzia una percentuale di valore dell’immobile più bassa
Finanziare un valore più basso dell’immobile vuol dire avere condizioni più convenienti: nei primi 4 mesi dell’anno i mutuatari hanno richiesto soprattutto un loan-to-value tra il 60 e il 70% (18,7%).
Bene anche la percentuale di richieste per l’intervallo 40-50%, ora al 14,9% contro il 14,8% precedente.
Differente la situazione per le concessioni, che evidentemente smaltiscono la domanda di un periodo precedente e vedono prevalere mutui che finanziano principalmente dal 70 all’80% del valore dell’immobile (36,4%).
Il mutuatario tipo
Ha un’età compresa tra i 36 e i 45 anni (44%), è del nord Italia (41,2%), ha un impiego a tempo indeterminato (83,6%) e un reddito tra i 1.500 e i 2.000 euro (37,8%).
Ma lo stesso identikit si discosta per alcuni aspetti quando passiamo ad analizzare le erogazioni: lo scarto più evidente riguarda la classe di reddito, che vede la fascia di importo minore (1.000-1.500 euro) guadagnare ben 3,3 punti percentuali e arrivare a segnare il 30,2% sul totale dell’erogato.