In questa fase di tassi ancora vantaggiosi, gli italiani continuano a preferire il tasso fisso. Il Nord resta in testa con il 45,8% dei mutui prima casa erogati.
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Un primo bilancio del 2017 sul fronte del mercato immobiliare emerge dall’ultimo Osservatorio elaborato da MutuiOnline.it che evidenzia nell’ultimo trimestre ancora una progressiva crescita dei mutui prima casa, passati dal 33% dell’inizio dell’anno al 46% di fine Novembre.
Si riducono di pari passo i mutui per sostituzione e surroga che, pur attestandosi attorno al 45,4% del mercato, perdono decisamente terreno rispetto al 59,5% del primo trimestre.
In questa fase di tassi ancora vantaggiosi e anche per una maggiore sicurezza di una rata che non cambia negli anni, gli italiani continuano a preferire il tasso fisso (77,2%) che si conferma ancora la forma di mutuo maggiormente erogata rispetto al variabile (19,5%).
Per quanto riguarda la durata, la maggioranza dei mutui erogati è a 20 anni (31,7%), ancora in graduale aumento dall’inizio dell’anno (30,7% erogati nel I trimestre; 31,1% nel III trimestre).
In leggera crescita anche l’importo medio degli erogati (123,597 Euro). Il 36,4,% dei mutui è stato concesso per una classe d’importo compresa tra i 50.001 e i 100.000 Euro.
Per quanto riguarda le classi d’età, il 46,8% dei finanziamenti è stato erogato alla fascia d’età compresa tra i 36 e i 45 anni e il 38,2% per una classe di reddito tra i 1.501 e i 2.000 Euro.
Da un punto di vista geografico, si distinge ancora il Nord con il 45,8% dei mutui erogati, seguito dal Centro (37%) e dal Sud (11,8%) e isole (5,4%).
Nel corso degli ultimi 12 mesi i tassi medi concessi sono rimasti abbastanza costanti, ma se a livello di media annuale il fisso è rimasto pari al 2,3% nel 2016 e a 2,28% nel 2017 (media dei tassi per i mutui a 20 e 30 anni), il variabile è calato dall’1,23% all’1,02%; se si guarda all’andamento mese per mese, il fisso è passato dal 2,2% di dicembre 2016 al 2,09% di novembre 2017 (con “picchi” del 2,4% registrati a inizio anno) , mentre il variabile è passato dall’1,15% allo 0,93%.