Mercati: scenario complesso nel secondo semestre 2020

Il momento positivo per i mercati azionari continuerà, sostenuto da un allentamento della politica monetaria molto aggressivo da parte delle banche centrali.

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Nelle prossime settimane, la parte più semplice della ripresa post Covid-19 sarà finita e a quel punto ci ritroveremo con i mercati, del credito e azionario, caratterizzati da valutazioni molto elevate.

Il Covid-19 ha colpito duramente l’economia globale: sia l’offerta che la domanda hanno subito shock di un’entità mai vista nell’ultimo secolo. Le misure adottate dalle autorità in termini di salute, sostegno ai lavoratori e alle imprese, nonché il forte sostegno offerto tramite la politica monetaria hanno contribuito ad attenuare le conseguenze della pandemia e ad avviare la ripresa.

Ora ci troviamo nel bel mezzo di quella che, secondo molti, sarà una ripresa a forma di U e che, dai dati più recenti, sembrerebbe essere un po’ più rapida negli Stati Uniti. Oltre a ciò, la questione è se le autorità siano riuscite a stabilizzare le aspettative di crescita di lungo periodo che determinano molti comportamenti a breve e lungo termine.

Eccezion fatta per l’Italia, le iniziative dei governi sembrano funzionare abbastanza bene, offrendo un quadro incoraggiante per il futuro. La conseguenza è stata una ripresa del credito e dei mercati azionari, con l’indice S&P500 vicino ai massimi storici. Quello che succederà dopo, però, sarà più complesso.

Prevediamo che il momento positivo per i mercati azionari continuerà, sostenuto da un allentamento della politica monetaria molto aggressivo da parte delle banche centrali, da politiche fiscali espansive (incluso un secondo pacchetto negli Stati Uniti) e dal proseguimento della riapertura dell’economia globale seppur con qualche battuta d’arresto temporanea. Un modo per posizionarsi in questo contesto è rappresentato dai fondi con una forte attenzione al tema del clima, che normalmente hanno un’importante esposizione ai titoli growth.

Nella fase finale della ripresa, assisteremo probabilmente a una sovraperformance dei titoli growth e di qualità rispetto ai titoli value e ciclici, che sono valutati in modo più affidabile da parametri a breve termine come il rapporto prezzo/utili attesi.

Ciò suggerisce un orientamento verso i titoli growth e di qualità; inoltre, tenuto conto della crescente concentrazione del rischio, consigliamo strategie in grado di adattarsi facilmente a diversi regimi di mercato, sia ricorrendo a soluzioni automatizzate che a gestori specializzati nella gestione attiva.

In futuro, emergeranno due temi di lungo periodo. La ripresa dell’economia cinese dovrebbe avvenire prima delle altre, estendendosi al resto dell’Asia nel corso di 1-3 mesi. In questo caso, ci concentriamo su una classe media in crescita e su un settore IT ricco e innovativo che include diverse società, da quelle impegnate nello sviluppo di motori di ricerca ai produttori di microchip.

Tale tema può essere sfruttato tramite azioni o obbligazioni dei mercati emergenti (EM). Per quanto riguarda le obbligazioni, gli spread si sono notevolmente ridotti. Vi sono però ancora opportunità idiosincratiche che possono emergere da un’analisi bottom-up ed esistono forti probabilità che la Fed mantenga i rendimenti molto bassi (circa il 40%) nonché apra le porte a tassi di interesse negativi (circa il 60%, anche se non attesi dal mercato). Tale politica della Fed andrebbe a vantaggio delle obbligazioni EM in valuta forte e locale nei paesi strettamente legati al dollaro. Le azioni e le obbligazioni dei mercati emergenti restano a nostro parere molto interessanti come investimento a lungo termine.

Il secondo tema di lungo periodo, ovvero gli investimenti con forte attenzione alle tematiche ambientali, sociali e di governance (ESG), è destinato a diventare ancora più importante, dal momento che una crisi comporta in genere grandi cambiamenti e un numero maggiore di investitori si sta rendendo conto dell’emergenza climatica.

Lo status quo viene sempre più respinto e i conseguenti cambiamenti culturali determineranno i flussi di investimento e i prezzi. Il vantaggio di un investimento ESG è che in genere riduce i rischi di ribasso, in quanto le società di questo settore tendono a essere gestite meglio. E spesso la qualità è sinonimo di performance.

In conclusione, l’ultima fase della ripresa post Covid-19 offrirà opportunità significative nei prossimi due mesi. In seguito è probabile che il contesto diventi più complesso, caratterizzato da soluzioni gestite in maniera attiva e automatizzata e dall’affermarsi della Cina e delle tematiche ESG. Noi ci posizioniamo in base alle nostre prospettive e alla nostra gestione del rischio: due fattori potenzialmente importanti per il futuro.

Commento a cura di Sébastien Galy – Nordea AM

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