L’Ocse ha rivisto al ribasso le stime sul Pil non solo italiano ma mondiale. Quanto all’eurozona, la crescita prevista è dell’1,5% nel 2016 e dell’1,4% nel 2017.
Nel corso della presentazione a Parigi dell’Economic Outlook di settembre, l’Ocse ha rivisto al ribasso le stime sul Pil italiano allo 0,8 per cento nel 2016 e 2017, ben al di sotto della media dell’eurozona, la cui previsione di crescita è dell’1,5 per cento nel 2016 e dell’1,4 nel 2017.
La proiezione del report di giugno era invece per una crescita dell’economia nostrana dell’1 per cento nel 2016 e dell’1,4 nel 2017.
Relativamente all’Italia, Catherine Mann, capo economista dell’Ocse, ha individuato tra le cause della blanda crescita dell’economia italiana l’evaporazione degli effetti del jobs act, il debole clima di fiducia e l’incertezza politica.
La revisione al ribasso del Pil è dovuta sia al fatto che gli investimenti hanno disatteso le aspettative più del previsto previsto, sia alle innumerevoli sfide che l’Italia dovrà affrontare.
Tuttavia, il rallentamento interessa l’economia globale. Le stime dell’Ocse sul Pil mondiale sono per una crescita del 2,9% nel 2016 e del 3,2% nel 2017, 0,1% in meno rispetto alle stime contenute nell’economic outlook di giugno.
Quanto all’eurozona, la crescita prevista è dell’1,5% nel 2016 e dell’1,4% nel 2017, rispettivamente 0,1 e 0,3 punti in meno rispetto alle precedenti stime di giugno.