L’Europa rischia il “cold turkey”

Draghi non è più magico e l’Europa rischia il ” cold turkey “, un’espressione utilizzata dagli anglosassoni per descrivere la spiacevole esperienza della sospensione improvvisa di una droga.

Mario Draghi non ha mantenuto le promesse. Punto. Mentre alcuni analisti parlano ancora placidamente di “promesse inferiori alle aspettative” o di mancata soddisfazione delle “altissime e irrealistiche aspettative del mercato”, la conclusione dei mercati dei capitali è implacabile: Draghi non è più magico, e l’Europa rischia il ” cold turkey “, un’espressione utilizzata dagli anglosassoni per descrivere la spiacevole e anche pericolosa esperienza della sospensione improvvisa di una droga da parte di un tossicodipendente. I rendimenti obbligazionari tedeschi sono saliti di quasi 20 basis points il 4 dicembre, i BTP italiani di oltre 25. In media, le obbligazioni europee con scadenze lunghe hanno perso oltre il 2.5% del valore. Tutto perché la BCE ha deciso di ridurre il tasso sui depositi di soli 10 basis points mentre tutti ci aspettavamo almeno 15. Deve essere l’incubo di ogni banchiere centrale, soprattutto dopo che l’Euro ha guadagnato il 3% sul dollaro, creando ulteriori aspettative deflazionistiche.

Forse Mario Draghi non ha perso la sua magia, ma si potrebbe pensare che abbia perso le staffe durante l’ultima riunione del consiglio direttivo. Adesso ha un serio problema di comunicazione, poiché la sua forward guidance dell’ultima riunione aveva portato le aspettative dei mercati dei capitali a un livello che ora sappiamo essere irrealistico. E sembrava che nessuno volesse o fosse in grado di correggere questa “frenesia dei mercati”. Forse il momento più eloquente della conferenza stampa è stata la risposta di Draghi a chi gli ha chiesto perché la decisione del consiglio del giorno non abbia risposto alle aspettative del mercato: “Il pacchetto annunciato oggi è adeguato, punto”. Guardando la sua espressione mentre pronunciava queste parole, è venuto spontaneo pensare che abbia perso la sua battaglia nel consiglio. I falchi della BCE hanno deciso di fargli scoprire le carte e praticamente lo hanno mandato a mani vuote alla conferenza stampa.

La settimana scorsa, le azioni europee hanno perso il 3% e si stanno diffondendo i primi rumors sulla riunione del board della BCE. Pare che cinque membri non fossero d’accordo con la proposta di oggi e Jens Weidman della Bundesbank ha dichiarato in un’intervista alla Bild di non vedere la necessità di un’ulteriore espansione monetaria oggi. La sua posizione è chiara e fa intendere che nella BCE il disaccordo sia ancora più marcato. Uno sviluppo molto pericoloso, soprattutto in questa fase contrassegnata da un elevato livello di disaccordo politico in Europa. I leader europei attualmente non sono alla ricerca di una maggiore unità ma chiedono piuttosto la restaurazione dei vecchi confini. Anche Jeroen Dijsselbloem ha rilasciato alcune dichiarazioni inquietanti su una possibile revisione dei flussi di soldi nell’Unione europea. Come sempre, sembra che solo le crisi gravi sappiano rendere l’Europa più unita. Con questo pensiero in mente, non inizierei a vendere dollari USA in questo momento. Se gli sviluppi di oggi sono l’inizio di una correzione di più lungo termine, potremmo assistere alla parità euro/dollaro prima della fine dell’anno.

Commento a cura di William de Vries, Head of Core Fixed Income, Kempen Capital Management

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