Per il 2017 Leonardo prevede un’ulteriore crescita della redditività. Dopo sei anni ritorna il dividendo per gli azionisti.
“Sono particolarmente orgoglioso di presentare agli azionisti una società radicalmente diversa dal passato che, grazie agli ottimi risultati del 2016, nei quali si è vista una forte riduzione del debito, torna a proporre la distribuzione del dividendo come elemento fondante della remunerazione degli azionisti nonché segnale di una ritrovata normalità e sostenibilità. Leonardo si trova ora nelle migliori condizioni per affrontare le prossime sfide di crescita e sviluppo e per operare da protagonista nel mercato globale con le proprie tecnologie e soluzioni all’avanguardia” ha commentato l’ad di Leonardo Mauro Moretti.
I risultati di Leonardo dell’esercizio 2016 evidenziano:
Ordini: pari a 19.951 milioni di euro, in significativa crescita (+61%) rispetto al 2015, in virtù principalmente dell’acquisizione del contratto per la fornitura di 28 velivoli Eurofighter Typhoon al Ministero della Difesa del Kuwait, per un valore complessivo pari a circa €mld 7,95 e nonostante un impatto negativo del tasso di cambio £/€ per circa 400 milioni. Il “book-to-bill” (rapporto ordini su ricavi) si attesta pertanto a 1,7.
Portafoglio ordini: pari a 34.798 milioni di euro (+21% rispetto a dicembre 2015), caratterizzato da una crescente solidità per effetto della rigorosa selezione dei contratti acquisiti. La copertura assicurata dal portafoglio ordini risulta pari a circa tre anni di produzione equivalente.
Ricavi: pari a 12.002 milioni di euro, -7,6% rispetto al 2015, per effetto della riduzione dei ricavi nel settore Elicotteri, dovuta alle difficoltà del mercato civile causate dal perdurare della crisi dell’Oil&Gas, delle variazioni di perimetro in particolare relative a DRS e FATA e dell’impatto negativo del tasso di cambio £/€ (ca. 300 milioni).
EBITDA: pari a 1.907 milioni di euro, +2,2% rispetto ai 1.866 milioni del 2015. Anche l’EBITDA margin, pari a 15,9%, cresce di 150 bp rispetto al 14,4% del 2015.
EBITA: pari a 1.252 milioni di euro, +3,6% rispetto ai 1.208 milioni del 2015, nonostante il calo dei ricavi ed un impatto negativo del tasso di cambio £/€ per circa 30 milioni. Il ROS si attesta al 10,4%, in aumento di 110 bp dal 9,3% del 2015 grazie a miglioramenti in tutti i settori e alla tenuta degli Elicotteri, nonostante le difficoltà dei mercati di riferimento.
EBIT: pari a 982 milioni di euro, +11,1% rispetto a 884 milioni del 2015. Anche l’EBIT margin, pari a 8,2%, risulta in crescita di 140 bp rispetto al 6,8% del 2015.
Risultato netto ordinario: pari a 545 milioni di euro, +115,4% rispetto ai 253 milioni positivi del 2015, grazie, oltre al miglioramento dell’EBITA, alla ridotta volatilità degli oneri sotto l’EBITA, alla riduzione degli oneri finanziari e ad un minor impatto fiscale.
Risultato netto: pari a 507 milioni di euro, inferiore di 20 milioni rispetto ai 527 milioni del 2015 per effetto di un minore apporto delle Operazioni Straordinarie rispetto al 2015, che ha beneficiato della significativa plusvalenza delle operazioni di cessione a Hitachi delle attività nei Trasporti (€mil. 274).
Al contrario, il 2016 risente degli effetti derivanti dalla riorganizzazione delle attività con Sukhoi nel settore Aeronautica e della cessione del business Environmental di DRS, al netto della plusvalenza sulla cessione di FATA.
Free Operating Cash Flow (FOCF): pari a 706 milioni di euro, più che raddoppiato (+130%) rispetto ai 307 milioni del 2015. Il dato del 2016 riflette anche l’impatto netto del primo anticipo incassato sul contratto EFA Kuwait, superiore a quanto originariamente stimato.
Rimane confermato l’impatto netto complessivo, nei due esercizi 2016 e 2017, per un totale di circa 600 milioni di euro.
Indebitamento netto di Gruppo: pari a 2.845 milioni di euro, in miglioramento di 433 milioni di euro (-13,2%) rispetto ai 3.278 milioni al 31 dicembre 2015 per effetto del miglior andamento di cassa del periodo, pur in presenza di differenze cambio significativamente negative per più di 200 milioni.
Tale miglioramento e la maggior solidità patrimoniale consentono di ridurre ulteriormente il debt-to-equity, tornato inferiore a 1 a partire dal 2015, pari a 0,65 nel 2016.