Evolvono in modo diverso le prospettive economiche delle famiglie e delle imprese. Per le prime è atteso il progressivo aumento del reddito disponibile, per le imprese non si rileva ancora una crescita dei ritmi produttivi.
I dati preliminari del quarto trimestre 2015 indicano un rallentamento della crescita del Pil statunitense (+0,7% su base annualizzata rispetto al +2,1% registrato in T3).
La prolungata fase di apprezzamento della divisa statunitense e la fragilità della domanda internazionale hanno avuto un impatto negativo sul volume delle vendite all’estero di beni e servizi (il cui contributo è stato negativo per cinque decimi di punto) e sugli investimenti non residenziali (due decimi di punto).
Le dinamiche positive del mercato del lavoro (oltre 220.000 posti creati in media mensilmente nel periodo gennaionovembre), unitamente alla bassa inflazione e al livello ancora molto contenuto dei tassi di interesse, hanno sostenuto nel 2015 le spese per consumi privati (1,5 punti percentuali) e l’attività per investimenti residenziali (tre decimi di punto).
I segnali positivi sembrano proseguire anche per l’anno in corso: il clima di fiducia dei consumatori, calcolato dal Conference Board, è migliorato in gennaio, mentre la dinamica dell’indicatore anticipatore, sebbene in lieve calo a dicembre, continua a suggerire una crescita moderata nel breve termine.
Nell’area euro si delinea il proseguimento dell’attuale fase di moderato incremento dell’attività economica, in presenza di una sostanziale stagnazione dell’industria in senso stretto (-0,7% la variazione congiunturale registrata a novembre dopo il +0,8% di ottobre), condizionata dalla mancata accelerazione degli investimenti. I consumi costituiscono ancora il principale motore della crescita: all’incremento registrato in T3 si è affiancato il miglioramento del volume delle vendite al dettaglio a novembre (+0,3%).
Accanto alla ulteriore riduzione della disoccupazione registrata a dicembre, i segnali provenienti dal clima di fiducia confermano a gennaio una differente intensità tra i giudizi negativi delle imprese, in significativo peggioramento, e quelli dei consumatori, in lieve diminuzione.
Sempre a gennaio, l’indicatore €coin ha mostrato un ulteriore incremento. In questo quadro, secondo le stime dell’Euro Zone Economic Outlook, il Pil dell’area euro è previsto in crescita dello 0,4% nei primi due trimestri del 2016, grazie alla dinamica positiva della componente interna della domanda alimentata dal maggior potere di acquisto delle famiglie.
Dopo la flessione nella prima parte del 2015, il commercio mondiale ha mostrato negli ultimi mesi segnali di recupero. In novembre, secondo i dati del Central Plan Bureau, il commercio mondiale in volume ha segnato un aumento tendenziale del 2%, trainato dalle economie avanzate e, in misura più limitata, da quelle emergenti (rispettivamente +2,8% e +0,9% rispetto a novembre 2014).
Il tasso di cambio dell’euro rispetto al dollaro in gennaio è rimasto sostanzialmente in linea con la quotazione media di dicembre; è invece proseguita la correzione al ribasso del prezzo del Brent che ha toccato un livello appena superiore ai 31 dollari a barile nella media di gennaio, corrispondente a un calo del 19% rispetto a dicembre.
La congiuntura italiana – Imprese
I dati disponibili per il quarto trimestre del 2015 evidenziano un’evoluzione altalenante del comparto manifatturiero. A novembre il rallentamento congiunturale di produzione industriale e fatturato (rispettivamente -0,5% e -1,1%) ha bilanciato l’aumento registrato a ottobre (+0,5% e +1,9%).
Nel periodo gennaio-novembre 2015 entrambi gli indicatori, misurati sui dati corretti per i giorni lavorativi, segnalano un aumento dell’attività produttiva rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, più marcato per la produzione industriale (+1,1%, Figura 3) rispetto al fatturato (+0,6%). Anche la quota di comparti industriali in espansione (si veda approfondimento) oscilla negli ultimi mesi su livelli lievemente superiori al 50%.
A seguito del risultato positivo registrato in novembre (+3,5% rispetto a ottobre), nel trimestre settembre-novembre 2015 la dinamica congiunturale delle esportazioni in valore torna positiva (+0,4%) e si rafforza se misurata al netto dei prodotti energetici (+1,0%).
Nei primi 11 mesi del 2015 la crescita delle esportazioni in volume è stata pari al 2%. Le importazioni continuano a essere influenzate dalla caduta dei prezzi del petrolio. Il risultato positivo misurato in valore a novembre (+1,4%), ha attenuato la variazione trimestrale negativa (-1,5%). La variazione in volume, calcolata sul periodo gennaio-novembre, risulta elevata (+7,0%).
L’incertezza sull’intensità della ripresa dell’attività manifatturiera è attesa estendersi ai prossimi mesi. Nonostante l’incremento registrato a novembre, gli ordinativi hanno segnato una riduzione congiunturale nel trimestre settembre-novembre (-1,8%) a causa delle forti riduzioni delle commesse estere (-3,3%).
A gennaio, anche il clima di fiducia delle imprese manifatturiere è risultato in lieve diminuzione, caratterizzato dal peggioramento dei giudizi sugli ordinativi e sulle attese di produzione, in particolare per i beni intermedi.
Nel settore delle costruzioni si delineano i primi risultati positivi. A novembre l’indice di produzione ha segnato un netto rimbalzo (+2,9%), determinando una variazione positiva per il trimestre settembre-novembre (+0,3%).
Nel primo semestre del 2015 i dati sui permessi di costruire, che solitamente anticipano la produzione, hanno registrato un significativo incremento, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, della superficie della nuova edilizia residenziale (+15,1%), mentre permangono negative le tendenze per le nuove abitazioni.
A gennaio l’indice di fiducia dei servizi di mercato ha subìto una discesa condizionato dal peggioramento dei giudizi sulle attese dell’economia in tutti i principali settori.
Tra le imprese del commercio al dettaglio, quelle della grande distribuzione hanno espresso un significativo deterioramento dei giudizi delle vendite determinando una diminuzione del clima di fiducia.
Famiglie e mercato del lavoro
Nel terzo trimestre del 2015 il potere di acquisto delle famiglie, misurato al netto dell’andamento dell’inflazione, è aumentato dell’1,4% rispetto al trimestre precedente. L’aumento della propensione al risparmio (+0,9%) deriva da una crescita del reddito disponibile delle famiglie consumatrici più sostenuta rispetto a quella dei consumi (1,3% e 0,4% rispettivamente).
Le informazioni disponibili per il quarto trimestre suggeriscono il proseguimento dell’attuale fase di miglioramento dei consumi delle famiglie: a novembre il volume delle vendite al dettaglio ha registrato un rialzo (+0,3%) trainato dalla crescita degli alimentari (+0,8%).
Ulteriori indicazioni positive giungono dal moderato aumento del clima di fiducia dei consumatori di gennaio (in controtendenza rispetto alla diminuzione registrata nell’area euro).