La Fed ha ridotto i tassi d’interesse di 25 punti base e ha lasciato aperta la porta per un maggiore allentamento.
Per la prima volta in quasi dieci anni, la Fed ha ridotto i tassi d’interesse di 25 punti base e ha citato la costante riduzione dell’inflazione e l’aumento dei venti contrari alla crescita economica come i principali fattori scatenanti del cambiamento di politica monetaria.
Inoltre, la Banca centrale ha deciso di porre fine alla riduzione di bilancio il 1° agosto, due mesi prima di quanto inizialmente previsto, nel tentativo di arrestare la contrazione della base monetaria statunitense e di alleggerire le condizioni di finanziamento.
In termini di forward guidance, la porta viene lasciata aperta per un maggiore allentamento qualora le condizioni economiche lo richiedano.
Nella conferenza stampa, il Presidente Jerome Powell ha spiegato la sequenza che ha portato all’odierno cambio di politica e ha rafforzato la natura preventiva della misura come “aggiustamento di metà ciclo” della politica.
La dichiarazione conteneva poche sorprese: la Fed sta pagando per vedere le carte e fornisce supporto in una fase del ciclo in cui l’inflazione sta crollando e la crescita sta rallentando. In ogni caso, la posizione del FOMC non è affatto più accomodante del previsto, e rimane dipendente dai dati per valutare quale dovrebbe essere la prossima mossa.
Le aspettative erano molto alte all’inizio della riunione e molti partecipanti si aspettavano una posizione più aggressiva con due tagli e una guidance accomodante.
Di conseguenza il rendimento a 10 anni degli Stati Uniti sta tornando al 2% sulla base delle preoccupazioni economiche, mentre il rendimento a 2 anni sta anch’esso aumentando. Le azioni americane sono in ribasso, con l’S&P 500 in calo sotto 3.000 e il dollaro in leggero rialzo, a dimostrazione della delusione degli investitori in asset di rischio.
Dopo un periodo, all’inizio dell’anno, di attesa e di valutazione economica, la Fed si sta attivando. La decisione di ieri sera è probabilmente il primo di una serie di aggiustamenti di politica monetaria volti a rilanciare l’espansione economica e ad avvicinare l’inflazione all’obiettivo del 2%.
Commento a cura di Olivier Marciot – Unigestion