La Fed si sta avviando al tapering in un momento di decelerazione dell’economia statunitense.
La Fed ha dichiarato di essere pronta ad annunciare una riduzione degli acquisti di titoli in novembre, a patto che si verifichi un miglioramento del mercato del lavoro e vengano soddisfatte le altre condizioni (definite come progressi sostanziali sui suoi mandati di inflazione e crescita).
Di fronte all’alta inflazione di break-even per i prossimi anni, la banca centrale ne prevede un aumento, confermando nei dot plot le probabilità di incremento dei tassi l’anno prossimo.
Quello che è interessante è il ritmo relativamente ridotto degli aumenti dei tassi di interesse previsti dal 2023 in poi, suggerendo come la Federal Reserve creda che nel lungo termine si verificheranno fenomeni di deflazione.
Queste comunicazioni sono pianificate per mantenere contenuta la parte anteriore della curva del Treasury statunitense e dare tempo all’economia di crescere. Quello che ci aspettiamo è che la Fed sarà troppo lenta a reagire all’elevato grado di leverage nel sistema, portando a una correzione in seguito a una bolla sugli asset verso il secondo semestre del 2022.
Dinamiche di crescita e inflazione
La Federal Reserve si sta avviando al tapering in un momento di decelerazione dell’economia statunitense, richiamando il concetto di stagflazione, che si presenta nei casi di inflazione elevata e crescita stagnante. L’istituto stesso è meno convinto che le pressioni inflazionistiche si esauriranno rapidamente, al contrario, le aspettative di inflazione nel mercato per i prossimi anni sono elevate.
Impatto per i mercati
Anche se questo tapering non è proprio quello che il mercato si aspettava, risolve la questione di come il mercato avrebbe reagito a breve termine, cioè con rendimenti a lungo termine un po’ più alti. Il suo effetto a lungo termine è però più difficile da prevedere.
La liquidità recuperata lungo tutta la curva dei Treasury statunitensi dovrebbe facilmente incontrare la liquidità che circola in contanti, sia negli Stati Uniti che all’estero, in un mondo affamato di asset sicuri che generano rendimento.
Una conseguenza inaspettata del tapering sarà probabilmente che, nel tempo, il mercato obbligazionario statunitense entrerà in competizione con quello dei mercati emergenti in quanto i rendimenti negli Stati Uniti diventano più appetibili.
Commento a cura di Sebastien Galy – Nordea