La fase rialzista del mercato azionario è finita?

La fase rialzista si stava smorzando già l’anno scorso. Anziché essere trainati da un rally generalizzato, i mercati erano sostenuti da un ridottissimo gruppo di titoli e settori che lasciava la parte restante in territorio negativo.

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La fase rialzista del mercato azionario è chiaramente finita. In realtà, la festa si stava smorzando già l’anno scorso, ma non tutti se ne erano accorti. Anziché essere trainati da un rally generalizzato, i mercati erano sostenuti da un ridottissimo gruppo di titoli e settori che lasciava la parte restante in territorio negativo.

Come una festa dove la maggior parte della gente è ormai andata via, ma le poche persone rimaste si stanno divertendo talmente tanto che nessuno si accorge che la sala è quasi deserta.

È bastata una serie di ulteriori brutte notizie sopraggiunte a gennaio, principalmente relative alla Cina, al petrolio e alle banche centrali, e la fase rialzista è finita di botto.

Le borse mondiali hanno perso più del 10%. Improvvisamente, anche le buone notizie sembravano negative e costituivano una buona ragione per vendere.

L’ottimismo che aveva trascinato i mercati azionari negli ultimi due anni è evaporato per trasformarsi in prudenza estrema. E questa è una buona notizia.

Anche se l’ottimismo nella vita è una bella cosa, nei consigli di amministrazione e in tema di investimenti tende a far assumere decisioni sbagliate. Abbiamo assistito a un periodo in cui il denaro era praticamente gratuito, scatenando un’ondata di M&A e IPO e, specialmente nei settori a crescita elevata come l’IT e il farmaceutico, conducendo a dispendiose decisioni di investimento. Per qualche tempo, i mercati azionari hanno seguito l’onda, generando valorizzazioni elevate per le società growth.

Nel lungo termine, sappiamo che i rendimenti azionari sono determinati dai dividendi e dalla crescita dei dividendi, non dall’apprezzamento dei titoli o dai buyback.

Pertanto, coloro che investono nel mercato azionario dovrebbero preferire società che presentano un investment case fondamentalmente solido, non quelle con una storia di crescita allettante ma gonfiata.

Sarebbe quindi opportuno optare per società con un track record solido, una generazione di cash flow sostenibile e disciplina di capitale.

Dopo diversi anni di sottoperformance rispetto al mercato azionario complessivo, nei prossimi anni gli investimenti in queste società sono infatti destinati ad essere redditizi.

Il focus su dividendi sostenibili ed elevati, associato a un’approfondita conoscenza del business model, si rivelerà sicuramente vincente. Dopo un periodo di esuberanza, uno sguardo sobrio agli investimenti azionari è il modo migliore di procedere.

A cura di Cor Dücker, Kempen Capital Management

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