Dopo il probabile rialzo dei tassi atteso giovedì prossimo da parte della BCE, un altro intervento dovrebbe essere deciso a marzo con l’obiettivo di abbassare l’inflazione dagli attuali livelli.
Nella riunione del Consiglio Direttivo di giovedì prossimo, la BCE dovrebbe aumentare i tassi di interesse di 50 pb arrivando al 2,5%. Il ritmo dei rialzi non dovrebbe rallentare nel breve termine e un altro rialzo di 50 pb è probabile che venga deciso a marzo, poiché la BCE è chiaramente impegnata nell’obiettivo di abbassare l’inflazione dagli attuali livelli elevati.
I mercati prevedono quasi 150 pb di rialzo cumulativo dei tassi entro l’inizio dell’estate e una pausa sul finire dell’anno. Prevediamo che la BCE ribadirà il suo approccio restrittivo a febbraio, poiché vi sono ancora incertezze sulle pressioni inflazionistiche sottostanti e un cambiamento di approccio minerebbe la credibilità della BCE e l’inflazione perderebbe completamente il suo ancoraggio.
I rischi legati all’inflazione futura rimangono elevati e probabilmente il picco dell’inflazione complessiva è ormai alle spalle, ma l’inflazione di fondo potrebbe avere ancora un certo margine di crescita, con gli effetti di trascinamento dell’aumento dei prezzi dell’energia che si propagano lungo la catena di formazione dei prezzi.
Nonostante il rischio di recessione sia in calo grazie alla combinazione di un leggero miglioramento del potere d’acquisto, della riduzione dei vincoli di offerta e della ripresa della domanda cinese, l’impatto di una politica monetaria più restrittiva dovrebbe trasmettersi nell’economia attraverso un rallentamento degli investimenti ed eventualmente una contrazione dell’attività immobiliare.
In poche parole, il quadro generale rimane confuso, ma i falchi del Consiglio direttivo della BCE continueranno a sottolineare la necessità di mantenere i tassi in territorio restrittivo per evitare che le aspettative inflazionistiche vadano fuori controllo.
La BCE – come altre Banche Centrali nell’ambito dei DM (Developed Markets) – sta procedendo ad un aumento dei tassi in una fase in cui la crescita del PIL è ancora al di sotto del potenziale (nonostante la situazione energetica sia meno disastrosa) e si procederà ad un ulteriore inasprimento fino a quando l’inflazione non si sarà stabilizzata e non vi saranno segnali di pressioni inflazionistiche inferiori.
In questo scenario, vediamo ancora il rischio di un aumento dei rendimenti sulla curva tedesca nel breve periodo, soprattutto se la BCE riuscirà a riaffermare la propria credibilità nella riunione di febbraio.
Per quanto riguarda il QT, la BCE dovrebbe annunciare alcuni dettagli “tecnici” sui flussi di vendita attivi a partire da marzo (ad esempio: la vendita seguirà le quote di capitale), ma non ci saranno ulteriori indicazioni su come il QT proseguirà oltre il secondo trimestre di quest’anno.
Maggiori dettagli sul QT dovrebbero emergere solo a marzo, quando la BCE avrà maggiori elementi in merito alle condizioni finanziarie dell’Eurozona dopo un ulteriore inasprimento delle politiche.
Commento a cura di Annalisa Piazza – MFS Investment Management