La Bank of Japan si smarca dalla Fed

La Bank of Japan ha espresso l’impegno a consentire una de-sincronizzazione tra l’aumento dei tassi statunitensi e il mantenimento del livello dei tassi giapponesi intorno allo zero.

boj Bank of Japan

Il Consiglio della Bank of Japan ha di fatto allentato la politica monetaria, introducendo la misura di “forward guidance” in aggiunta alla politica di lungo periodo di QQE – programma di alleggerimento quantitativo e qualitativo.

In sostanza è stato espresso l’impegno a consentire una de-sincronizzazione tra l’aumento dei tassi statunitensi e il mantenimento del livello dei tassi giapponesi intorno allo zero.

Sarà inoltre rispettato un calendario: le aliquote resteranno ancorate intorno allo zero almeno fino a quando gli effetti dell’aumento dell’imposta sui consumi di ottobre del prossimo anno non saranno pienamente visibili. Quindi l’inizio del 2020 sarà la prima data prevista per l’aumento effettivo dei tassi in Giappone.

Per i mercati ciò rappresenta una nuova sfida e opportunità: la BoJ sta incoraggiando gli investitori a lungo termine a costituire posizioni di carry trade globali, ad esempio finanziando in yen a tasso zero e investendo nel reddito fisso statunitense a più alto rendimento. Allo stesso tempo, gli speculatori a breve termine sono pronti a testare la determinazione della BoJ.

Il nuovo risultato dovrebbe essere l’aumento della liquidità sia nel mercato obbligazionario giapponese che in quello globale, nonché un deprezzamento strutturale dello Yen rispetto al dollaro.

Operativamente, la Bank of Japan si è impegnata a mantenere il suo obiettivo di tasso a breve termine sotto i 10 pb, e per il rendimento a 10 anni dei titoli di stato giapponesi conferma l’obiettivo di tasso già prefissato, “intorno allo zero“. In effetti, una nota a piè di pagina del testo elaborato dal consiglio di amministrazione precisa che “in caso di rapido aumento dei rendimenti, la Banca acquisterà i JGB in modo rapido e appropriato”. Il Consiglio ha anche riconfermato che gli acquisti aggiuntivi dei JGB ammonteranno a circa 80 trilioni di yen all’anno.

Nel frattempo, anche il programma di acquisto di ETF azionari della BoJ è stato riconfermato ad un ritmo annuale di 6 trilioni di anni, anche se la composizione è stata modificata, passando dal NIKKEI225 ponderato in base al prezzo al TOPIX ponderato in base alla capitalizzazione di mercato.

La variazione nella composizione del portafoglio è moderatamente positiva per i titoli finanziari giapponesi e dovuta alla loro ponderazione relativamente più elevata nel TOPIX ponderato in base alla capitalizzazione di mercato.

È interessante notare che il Consiglio ha rivisto al ribasso le sue previsioni sia per la crescita del PIL che per l’inflazione in termini di IPC: prevista una crescita del PIL sostanzialmente dimezzata, dall’1,5% per l’esercizio finanziario del 2018 allo 0,8% per il 2019 e il 2020, mentre l’inflazione in termini di IPC dovrebbe rimanere al di sotto del 2% sia nell’esercizio 2019 che nell’esercizio 2020.

Commento a cura di Jesper Koll, Japan Senior Adviser di WisdomTree

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