Italia: in recupero la fiducia ma il trend resta al ribasso

Nonostante il rimbalzo a giugno degli indici di fiducia, il sentiment dei consumatori mantiene il trend al ribasso che ha caratterizzato l’ultimo anno e mezzo.

trend fiducia

Rimbalzano a giugno, dopo il calo in qualche modo inatteso a maggio, sia la fiducia delle famiglie che quella delle imprese, rivelandosi superiori alle aspettative di consenso. C’è da dire però che la fiducia dei consumatori mantiene il trend al ribasso che ha caratterizzato l’ultimo anno e mezzo, a conferma che non saranno i consumi (a differenza di quanto visto nei dati di contabilità nazionale di inizio anno) il principale motore di crescita dell’economia italiana nella restante parte del 2017 e in prospettiva 2018.

A nostro avviso, la seconda fase della ripresa poggerà maggiormente, rispetto a quanto visto sinora, su investimenti ed export. Appare coerente con tale prospettiva il trend recente della fiducia delle imprese in particolare nel manifatturiero e nelle costruzioni (entrambi gli indici sono vicini ai massimi da quasi un decennio).

Abbiamo di recente rivisto al rialzo la stima di crescita sul PIL italiano nel 2017 (a 1,1%), ma ribadiamo l’idea che i rischi su tale previsione restano ad oggi verso l’alto.

La fiducia dei consumatori è tornata ad aumentare a giugno, recuperando sia pure in parte il calo di maggio. L’indice è salito a 106,4 da 105,4 precedente. Il dato è risultato superiore all’aspettativa di consenso ed esattamente in linea con la nostra stima. Nel dettaglio:

a) Il miglioramento è diffuso, ma riguarda più la situazione economica del Paese che non la condizione personale degli intervistati, e più le aspettative per il futuro che non i giudizi correnti.

b) Le famiglie segnalano maggior ottimismo sulla situazione economica dell’Italia (sia corrente che attesa), ma anche maggiori preoccupazioni sulla disoccupazione, che sono aumentate per il terzo mese di fila, a 35 da 33 di maggio (è un massimo da gennaio del 2015).

c) Gli intervistati riportano anche un miglioramento della situazione economica della famiglia, sia corrente che attesa, e un aumento delle opportunità future di risparmio.

L’indice composito di fiducia delle imprese diffuso dall’Istat è tornato a salire a giugno, a 106,4 da 106,2 di maggio (la nostra previsione era per una salita lievemente più marcata, a 106,6). Il morale delle imprese è aumentato in tutti i principali settori con la sola eccezione del commercio. Nel dettaglio:

a) Nel commercio, il morale delle imprese è diminuito a 108,9 da 111,1, ma si tratta di una correzione dopo gli aumenti rilevanti dei due mesi precedenti (in pratica, l’indice è tornato ai livelli di marzo cancellando i miglioramenti di aprile e maggio).

b) Nelle costruzioni, il morale delle imprese è aumentato (in misura significativa) per il terzo mese consecutivo, raggiungendo un nuovo record da più di nove anni (a 129,8 da 128,1 di maggio).

c) Nei servizi, la fiducia delle imprese ha recuperato (ma solo in parte) il calo del mese scorso, salendo a 106 da 105,6 di maggio.

d) Nel manifatturiero, il clima di fiducia è tornato a crescere dopo il calo di maggio (che peraltro era il primo dopo cinque mesi di aumento). L‘indice è risultato pari a 107,3 da 106,9 precedente. Il dato è risultato esattamente in linea con la nostra previsione (mentre il consenso si attendeva un calo a 106,7).

Nel dettaglio dell’indagine, il miglioramento è trainato dai giudizi correnti, sia sulla produzione che sugli ordini (sia dal mercato domestico che dall’estero), mentre si registra per il terzo mese di fila un minor ottimismo per quanto riguarda le aspettative per il futuro (con la rilevante eccezione però delle attese sull’economia, che rimbalzano tornando ai massimi da marzo dello scorso anno).

Il miglioramento di morale è dovuto all’incirca in egual misura alle imprese che producono beni di consumo e beni intermedi, mentre il clima è peggiorato per il terzo mese consecutivo nel settore dei beni strumentali.

In sintesi, i dati sulla fiducia sia delle imprese che dei consumatori a giugno sono risultati in linea con le nostre attese e migliori delle aspettative di consenso. Entrambi hanno registrato un rimbalzo. Peraltro:

a) Il morale delle famiglie mantiene comunque un trend al ribasso da circa un anno e mezzo, e il recupero di giugno appare troppo modesto per cambiare, almeno per il momento, tale tendenza.

Di conseguenza, confermiamo la nostra idea che, a differenza di quanto visto nei dati di contabilità nazionale di inizio anno, non saranno i consumi in prospettiva il principale motore di crescita per l’economia italiana nella parte restante del 2017 (e in prospettiva 2018).

b) Viceversa, appare confortante il trend recente della fiducia delle imprese, in particolare nel settore manifatturiero (quello considerato maggiormente affidabile come indicatore anticipatore del ciclo) e in quello delle costruzioni (il comparto maggiormente colpito dalla crisi nell’ultimo decennio).

In altri termini, la “frenata” di maggio per la fiducia delle imprese è risultata, come osservavamo un mese fa, solo una battuta d’arresto in qualche modo “fisiologica”. Il livello degli indici anticipatori resta coerente con una prosecuzione della ripresa dell’attività economica nei prossimi trimestri.

Abbiamo di recente rivisto al rialzo la nostra stima di crescita del PIL italiano nel 2017, sia in conseguenza della revisione dei dati di contabilità nazionale di inizio anno comunicata dall’Istat, sia proprio in virtù del trend recente degli indici di fiducia delle imprese.

La nostra previsione è attualmente dell’1,1%, ma riteniamo che i rischi rispetto a tale stima siano al momento senz’altro verso l’alto.

Commento a cura di Paolo Mameli, senior economist – Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo

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