I titoli del comparto bancario deprimono i listini. Chiusura sui minimi di giornata per l’FTSE Mib a 21142 punti, -0,71%.
Dopo l’exploit rialzista che aveva caratterizzato la seduta infrasettimanale l’FTSE Mib archivia la giornata odierna sui minimi intraday in calo dello 0,71% a 21142 punti penalizzato dall’inversione di rotta dei titoli bancari in scia alle dichiarazioni del capo della vigilanza Bce, Daniele Nouy, secondo cui in presenza di tassi d’interesse bassi le banche, per continuare a generare profitti, dovranno rivedere i propri modelli di business.
Non sono bastate le indicazioni positive giunte dal fronte macro economico ed in particolare dal Pmi manifatturiero cinese salito a settembre a quota 49,8 dai 49,7 punti di agosto.
In Italia l’Istat ha comunicato che nel secondo trimestre del 2015 sia i redditi delle famiglie che i consumi sono risultati in crescita rispettivamente dello 0,50% e dello 0,70%, mentre la propensione al risparmio è stata pari all’8,7% in calo dello 0,20%.
Male i bancari Intesa Sanpaolo (-1,14% a 3,12 euro), Banco Popolare (-2,19% a 12,93 euro) e Bca Mps (-1,44% a 1,569 euro) così come i petroliferi Eni (-0,14% a 14,03 euro) e Saipem (-1,05% a 7,09 euro) fatta eccezione per Tenaris che in controtendenza ha guadagnato l’1,30% salendo a 10,87 euro.
Bene A2A (+2,79% a 1,141 euro), in ripresa FCA (+2,24% a 11,87 euro), Mediaset (+3,55% a 4,256 euro), vendite su Telecom Italia (-4,36% a 1,054 euro), Stm (-1,89% a 5,975 euro), Prysmian (-0,43% a 18,37 euro), Atlantia (-1,28% a 24,67 euro) e Buzzi Unicem (-0,60% a 14,85 euro).