Intesa Sanpaolo chiude il 2016 con un utile netto di 3,1 mld di euro. Proposto il pagamento di 3 mld di euro di dividendi.
Intesa Sanpaolo ha chiuso il 2016 con un utile netto di 3,1 miliardi, in aumento del 13,6% rispetto all’esercizio precedente.
Nel quarto trimestre dell’anno l’utile è salito a 776 milioni, dai 13 milioni dello stesso periodo del 2015. I proventi trimestrali sono saliti a 4,2 miliardi, con interessi netti in calo a 1,7 miliardi e commissioni nette in aumento a 2 miliardi.
I proventi operativi netti sono diminuiti dell’1,5% a 16,9 miliardi, equamente ripartiti tra interessi netti (7,3 miliardi, -5,5%) e commissione nette a (7,3 miliardi, -0,7%). I costi operativi sono scesi dello 0,7% a 8,7 miliardi, per un rapporto cost/income cresciuto al 51,2%.
“I risultati 2016 confermano la capacità di Intesa di conseguire in termini organici risultati molto robusti anche in uno scenario molto meno favorevole rispetto a quanto previsto nel Piano d’Impresa” ha dichiarato Carlo Messina, CEO del gruppo.
La banca ha confermato che nell’intero arco quadriennale 2014-2017 si impegnerà a distribuire 10 miliardi di euro in dividendi complessivi, come da piano d’impresa.
Dividendo 2016
Alla prossima Assemblea ordinaria sarà proposta la distribuzione di un dividendo di 0,178 euro per azione ordinaria e 0,189 euro per azione di risparmio con stacco della cedola a partire dal 24 maggio 2017 (con stacco cedole il 22 maggio e record date il 23 maggio).
Rapportando l’importo unitario al prezzo di riferimento dell’azione registrato il 2 febbraio, risulterebbe un rendimento (dividend yield) pari all’8,2% per l’azione ordinaria e al 9,2% per l’azione di risparmio.
Cessione quota in Banca d’Italia
Il CdA ha anche deliberato la cessione (al valore nominale, coincidente con il valore di carico) di una quota complessivamente pari a circa il 4,88% del capitale sociale della Banca d’Italia, per un controvalore di circa 366 milioni di euro, a Compagnia di San Paolo, Fondazione Cariplo, Fondo Pensione a contribuzione definita del Gruppo Intesa Sanpaolo, Cassa di Previdenza Integrativa per il Personale Istituto San Paolo Torino, Fondo Pensione Complementare per il Personale del Banco di Napoli, Fondo Pensioni per il Personale Cariplo, Fondo di Previdenza Cr Firenze.
Con questa operazione la partecipazione al capitale sociale della Banca d’Italia scenderà al 27,81%.
Il Gruppo intende ridurre la partecipazione entro la soglia del 3% e detenerla esclusivamente tramite Intesa Sanpaolo Vita ai fini di investimento e Banca IMI ai fini di market making.