Fed e inflazione: ecco perché aspettarsi un aumento di +150 punti base entro settembre 2022.
Negli Stati Uniti ci si attendeva un picco dell’inflazione nel primo trimestre del 2022, seguito da una diminuzione nel secondo trimestre. Tuttavia, a ridosso della fine del Q2, l’inflazione continua ad aumentare, mettendo a dura prova l’abilità della Fed di gestirla.
L’indice US Consumer Price Index Urban Consumer, che misura il variare dei prezzi dei beni e servizi acquistati e quindi consumati da un nucleo familiare urbano, attualmente registra un valore dell’8,60%: il valore più alto registrato degli ultimi 42 anni, poiché solo nel marzo del 1980 ha toccato quota 14,75%.
Tale elemento sta aumentando vertiginosamente il costo della vita della popolazione americana dato che, ad esempio, gli affitti immobiliari continuano a crescere significativamente nonostante i salari non stiano aumentando di pari passo.
Parallelamente, il mercato delle auto registra un incremento dei prezzi dell’1% per le auto nuove e dell’1,80% per le auto usate. Stimiamo che questi dati siano principalmente influenzati dalla supply chain disruption, che ha portato le case automobilistiche a ridimensionare le aspettative di produzione per il 2022 ed il 2023.
In questo quadro, il Federal Open Market Committee (FOMC), organismo della Banca centrale americana la cui funzione sarebbe principalmente quella di influenzare la disponibilità ed il costo del denaro, sembra stia mettendo in atto una politica ‘aggressiva’ volta a contrastare bruscamente il rampante livello inflazionistico.
Per questo, riteniamo che la Fed annuncerà l’aumento dei tassi d’interesse di +50 punti base al meeting di domani, 15 giugno, e altrettanti +50 punti base al meeting di metà luglio.
Sebbene con il passare dei mesi estivi il mercato si aspetti una riduzione dell’inflazione, reputiamo che questo possa accadere a causa di eventi ‘nocivi’, come la riduzione della crescita del PIL americano, dell’occupazione e la crescita degli stipendi.
Malgrado il panorama inflazionistico preveda una ‘discesa inflazionistica’ all’orizzonte, a seguito delle ultime dichiarazioni di Jerome Powell, è ipotizzabile che la Fed manterrà una politica aggressiva e quindi che vi sarà un ulteriore aumento dei tassi per +50 punti base anche per il mese di settembre, totalizzando così +150 punti base entro settembre 2022.
Commento a cura di Marco Oprandi – Cirdan Capital