Per la BCE permangono rischi di rialzo dell’inflazione ma la tempistica rimane invariata. Cosa accadrà dopo?
La BCE ha lasciato invariati i tassi d’interesse e il messaggio contenuto nel comunicato stampa è in linea con quello diffuso a dicembre. Sebbene non ci sia nessun cambiamento nella politica monetaria, la conferenza stampa ha assunto toni più prudenti del previsto. La Lagarde ha precisato che i rischi legati all’inflazione sono orientati al rialzo, soprattutto nel breve termine, e le nuove previsioni a marzo chiariranno il quadro per le future azioni della politica monetaria.
I recenti aumenti dell’inflazione sono motivo di preoccupazione per tutto il Consiglio Direttivo, poichè gli effetti della seconda ondata del caro energia stanno ricadendo sui prezzi di beni e servizi, che è responsabile del 50% dell’attuale situazione di inflazione. Si sono intensificati i timori per l’impatto a lungo termine sul resto del paniere. Questo è un cambiamento sostanziale rispetto a dicembre, quando il picco dell’inflazione era visto principalmente come temporaneo.
La Lagarde ha chiarito che – nonostante il mercato del lavoro sia in miglioramento – il trend di crescita dei salari rimane contenuto, con un certo grado di tolleranza quest’anno. Allo stesso tempo, la BCE deve evitare che si materializzino circoli viziosi negativi, poichè raggiungere un tasso di inflazione al 2% nel medio termine rimane il suo obiettivo principale. I rischi legati alla crescita sono modesti anche se la crescita del PIL a breve termine sarà debole. Il quadro diventa più roseo nel medio termine. In sintesi, lo scenario di crescita nel breve termine non è determinante per le decisioni di politica monetaria.
La riunione del Consiglio Direttivo di marzo sarà fondamentale perché la BCE avrà a disposizione più dati da esaminare e più elementi di analisi per valutare l’impatto che l’attuale evoluzione dell’inflazione avrà sull’andamento di medio termine. Le attuali aspettative di inflazione (misurate tramite stime e ricerche di mercato) si avvicinano al 2% nel medio termine e la BCE deve valutare se i rischi di rialzo si applicano anche al 2023 e al 2024 prima di cambiare la sua politica monetaria.
Prospettive politiche e visione del mercato: Un rialzo dei tassi d’interesse quest’anno rimane un rischio di fondo, ma non il nostro scenario di base, dato che la Lagarde ha confermato che l’ipotesi di rialzo dei tassi solo dopo la fine del QE rimane valida, ma ora non possiamo escludere che – a marzo – la BCE decida di cambiare leggermente il suo programma APP. La Lagarde ha sottolineato la necessità di mantenere un approccio graduale agli aggiustamenti della politica monetaria, dato che l’economia ha ancora bisogno di una politica monetaria accomodante, chiarendo che l’Eurozona non è gli Stati Uniti e che l’output gap si sta ancora chiudendo.
Detto questo, i mercati sono diventati sempre più nervosi e la reazione alla conferenza stampa di oggi della BCE è stata significativa, con gli OIS che prevedono un rialzo già a giugno e un totale di circa 40 pb entro la fine dell’anno. Con l’inflazione che rimane ancora alta per diverse ragioni che vanno al di là del controllo della BCE, escludiamo che la BCE inizierà ad alzare i tassi così presto come il mercato prevede attualmente. Detto questo, è improbabile che il passaggio di oggi verso una posizione più prudente cambi a breve, soprattutto in un periodo di crescita dell’attività nel secondo e terzo trimestre dell’anno.
Commento a cura di Annalisa Piazza – MFS Investment Management