C’è da domandarsi se le tasse e l’imposta di bollo del conto deposito rendono davvero conveniente l’operazione di investimento.
Tra tutti gli strumenti di investimento più sicuri e meno rischiosi oltre ai BOT, BTP e Buoni fruttiferi, il conto deposito è tra i più prediletti dai risparmiatori.
Bassi costi di gestione, zero rischi, possibilità di vincolare o meno le somme depositate e possibilità di vedersi accreditati gli interessi attivi in anticipo: ecco tra i vantaggi che spingono i piccoli investitori italiani ad aprire un conto deposito.
Dinanzi a questi innumerevoli vantaggi e alla possibilità di beneficiare di tassi di rendimenti positivi ridotti al minimo, c’è da domandarsi se le tasse e l’imposta di bollo conto deposito rendono davvero conveniente l’operazione di investimento.
L’imposta di bollo e le tasse sui capital gain maturati possono rendere antieconomica la strategia di apertura del conto deposito.
Per questo, prima di valutare la sottoscrizione di un contratto di apertura del conto deposito, è fondamentale fare qualche conto in tasca per capire effettivamente se è così conveniente agganciare un conto deposito al conto corrente.
Conto deposito: cos’è e come funziona?
In un crescente contesto di instabilità economica e di repentine fluttuazioni dei mercati finanziari, i risparmiatori ricercano strumenti di gestione del risparmio sicuri, a basso rischio e a zero spese di intermediazione.
I conti deposito sono tra i prodotti bancari più richiesti dai correntisti/risparmiatori, agganciabili al conto corrente e in grado di garantire un rendimento sicuro sulle somme depositate.
Grazie al conto deposito si può incrementare il rendimento sulle somme depositate vincolando il capitale risparmiato.
Infatti, molti istituti di credito riconoscono ai correntisti che aprono un conto deposito un rendimento lordo indicativo del 1,50%.
Inoltre, ogni investitore può “svincolare” le somme ovvero ritirare le somme depositate in maniera anticipata.
Conto deposito: come funziona l’Imposta di bollo?
Non è tutto oro quel che luccica! Bisogna prestare massima attenzione alla scelta di aprire un conto deposito.
La vera “trappola” per i correntisti/risparmiatori è costituita dalle tasse che gravano sui capital gain maturati.
Per quanto concerne l’applicazione dell’imposta di bollo del conto deposito, è necessario leggere le Circolari dell’Agenzia delle Entrate n. 48/E del 2012 e la 15/E del 2013.
Senza fare troppi giri di parole, per l’anno 2019 l’imposta di bollo si paga proporzionalmente nella misura dello 0,20% su base annuale.
Imposta di bollo: esempio pratico
Ecco un semplicissimo esempio pratico per capire come calcolare l’imposta di bollo del conto deposito.
Capitale investito: 10.000€
Durata del Conto Deposito: 12 mesi
Data di Apertura del Conto Deposito: 01/01/2019
Data di Chiusura del Conto Deposito: 01/01/2020
Data rendicontazione: 31/12/2019
Valore imposta di bollo: 10.000 * 0,20% = 20€
Dall’esempio numerico è facile capire cosa significa applicare lo 0,20% su base annuale.
Nel caso in cui la rendicontazione sia trimestrale e la durata del deposito sia di 6 mesi, ecco come si modifica il calcolo dell’imposta di bollo del conto deposito.
Capitale investito: 10.000€
Durata del Conto Deposito: 6 mesi
Data di apertura del Conto Deposito: 01/01/2019
Data di chiusura del Conto Deposito: 01/07/2019
Date rendicontazione: trimestrale
Valore imposta di bollo 2019: 10€ suddivisi come segue:
Valore imposta di bollo fine marzo: 10.000 * 0,20% * 1/4 (frazione d’anno) = 5€
Valore imposta di bollo fine giugno: 10.000 * 0,20% * 1/4 (frazione d’anno) = 5€