Il Punto su Mercati e Indici

Focus sui mercati a cura del team GBaR di Morgan Stanley. Il settore più performante è stato quello dell’energia.

mercati finanziariI mercati hanno mostrato un certo nervosismo nel mese di settembre. L’S&P 500 e l’indice MSCI Europe hanno registrato il loro primo calo mensile da gennaio 2021, scendendo rispettivamente del -4,7% (USD) e del -2,9% (EUR).

Al contrario, l’indice MSCI Japan è salito nel mese del 4,5% (JPY).

Il settore più performante è stato quello dell’energia, con l’indice MSCI ACWI Energy in rialzo del 9,1% (USD) grazie all’aumento dei prezzi dell’energia, mentre la maggior parte degli altri settori hanno registrato flessioni.

I prezzi dell’energia potrebbero essere in parte responsabili del rialzo dei rendimenti, dato che l’osservato rendimento a 10 anni statunitense è salito all’1,5 dall’1,3 di fine agosto.

A sua volta, il VIX è salito a 232 a fine mese, il più alto dai tempi del nervosismo dei mercati di maggio.

Giappone e Cina

L’impennata delle azioni giapponesi, iniziata l’ultima settimana di agosto, è proseguita a settembre quando il primo ministro Suga si è dimesso a causa della gestione della pandemia. Alla fine del mese, Fumio Kishida è stato eletto nuovo primo ministro giapponese.

Questo evento potrebbe essere interpretato come un catalizzatore non necessariamente negativo o positivo.

L’esuberanza vista all’inizio del mese è stata di breve durata, spostando l’attenzione sulla crisi di Evergrande, uno dei maggiori players del mercato immobiliare cinese, cheha iniziato a dominare la scena lasciando le azioni giapponesi a languire nella seconda metà del mese.

In effetti, la crisi di Evergrande ha scosso i mercati di tutto il mondo, soprattutto in Asia.

L’indice MSCI China (HKD) è sceso del -5,0% rispetto a settembre, continuando ad essere uno dei paesi con le peggiori performance da un anno a questa parte.

Crescita in rallentamento, ma in buona salute

Come ci aspettavamo, c’è stato un notevole rallentamento nel tasso di variazione della crescita. Tuttavia, questo è da un livello elevato ad una crescita normale ma sana.

Mentre l’inflazione è stata una preoccupazione per qualche tempo sulla scia delle riaperture globali, l’IPC headline statunitense di agosto è aumentato del 5,3% a/a, e dello 0,3% sul mese, meno del previsto.

Detto questo, è improbabile che l’aumento dei prezzi dell’energia si traduca immediatamente in inflazione e anche le carenze di approvvigionamento non scompariranno, sollevando la questione se l’inflazione sia in realtà transitoria.

La cautela è quindi d’obbligo in quanto molti indicatori di mercato continuano a mostrare livelli tesi. Il forward PE a 12 mesi dell’S&P 500 è attualmente di 20,7, rispetto alla mediana di 15,04.

Inoltre, ci aspettiamo che il rialzo dei tassi non sia positivo per le azioni americane, che tendono ad avere una duration elevata.

In effetti, ciò ha avuto un impatto sui settori sensibili ai tassi, mentre i titoli energetici, al contrario, hanno fatto bene.

Restano sotto la lente gli eventi chiave all’orizzonte, tra cui l’incombente tetto del debito statunitense e la prossima stagione degli utili USA.

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