Il gioco della Grecia

Si può solo sperare che per la Grecia sia parte di una strategia di “fumo negli occhi”, pensata per cercare di agevolare il cammino verso reali riforme.

crisi greciaLa politica del rischio calcolato del nuovo governo greco lascia tutti col fiato sospeso in questi giorni. Giornalmente assistiamo a una puntata della soap opera con il telegenico Alexis Tsipras e il suo ministro delle finanze Yanis Varoufakis. Meritano tutta la nostra considerazione per la loro capacità di fare notizia.

Meno evidente, ma altrettanto importante, è la distanza che prendono gli altri Stati membri del Sud dell’Europa dalla telenovela ellenica. Se la reazione tedesca era alquanto prevedibile, è quella degli altri stati che determinerà come va a finire il gioco. In questo contesto, a Roma, l’accoglienza di Tsipras è stata calorosa, ma potrebbe essere attribuibile alla gentilezza latina piuttosto che a una genuina simpatia per le sue idee.

La Grecia ricorda all’Italia le proprie tradizionali lacune economiche, il nepotismo radicato, il clientelismo, un settore pubblico gonfiato e le pensioni d’oro. Nel frattempo, però, l’Italia ha fatto passi avanti, investendo pesantemente per venire a capo dei suoi problemi e per modernizzare l’apparato economico, continuando sistematicamente e deliberatamente a lavorare per salvarsi dal baratro. Non gradisce perciò essere associata alla Grecia e alla sua politica azzardata.

I mercati lo hanno capito, vista la stabilità registrata dagli spread di tutti i titoli di stato periferici ad eccezione di quelli greci. La Grecia sta chiaramente giocando da sola e sta sprecando la comprensione iniziale per la sua difficile situazione.

Il nuovo governo ellenico sembra sinceramente intenzionato a riportare indietro le lancette dell’orologio e ritornare allo screditato modello di stato previdenziale degli anni ‘70. E vorrebbe, en passant, che fossero gli altri Stati membri a pagare. Chiaramente inaccettabile per chiunque, ma soprattutto per Italia, Spagna e Portogallo, seriamente impegnati a orientare il proprio modello verso uno standard di crescita futura sostenibile.

Si può solo sperare che per la Grecia sia parte di una strategia di “fumo negli occhi”, pensata per cercare di agevolare il cammino verso reali riforme. Solo in quel caso il governo potrà guadagnarsi il sostegno necessario per andare avanti costi quel che costi. Se Tsipras è davvero sincero nelle sue affermazioni, la Grecia sta dirigendosi verso il precipizio.

Naturalmente potrebbe anche trattarsi di una tattica negoziale: Varoufakis è esperto nella teoria del gioco e potrebbe anche darsi che stia applicando alcune delle sue idee per ottimizzare l’esito per la Grecia. Speriamo che gli altri ci stiano e che sia tutto solo un gioco.

A cura di Cor Dücker, International Business Development Manager in Italia, Kempen Capital Management

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