Da segmento di nicchia i green bond sono diventati un vero e proprio motore di cambiamento sui mercati obbligazionari.
I cambiamenti climatici hanno innegabilmente influenzato le tematiche ESG negli ultimi anni e questo trend è destinato a proseguire in futuro. I temi green sono indissolubilmente legati a questo argomento e continuano ad essere molto popolari. Infatti, l’anno scorso vari Stati hanno emesso obbligazioni green, meglio noti come green bond, tra cui la Francia e la Polonia, seguite successivamente dal Belgio a fine del 2017.
Proprio come gli investimenti responsabili, i green bond, un tempo segmento di nicchia, sono diventati un vero e proprio motore di cambiamento sui mercati obbligazionari. Sebbene le dimensioni del mercato (quasi 315,4 miliardi di USD alla fine del 2017) rimangano limitate rispetto ai mercati mondiali del reddito fisso, il numero di obbligazioni green è in aumento, fatto che evidenzia l’interesse degli investitori, soprattutto istituzionali, per questa classe di attivi.
Le obbligazioni green soddisfano una serie di richieste specifiche: da un lato, i criteri di ammissibilità dei progetti che saranno finanziati dall’emissione, dall’altro, la relazione sullo stato di avanzamento degli stessi.
I Green Bond Principles, adottati nel 2014, mirano a fornire un quadro chiaro e completo sulle obbligazioni green, contribuendo alla loro crescita.
Inoltre, anche l’High-Level Expert Group sulla finanza sostenibile, nominato alla Commissione europea per analizzare temi di finanza responsabile, dovrebbe istituire un quadro di riferimento per le tematiche green.
Al 31 ottobre 2017, il totale delle emissioni di quell’anno superava i 100 miliardi di USD, leggermente superiore ai 93 miliardi di USD raggiunti nel 2016.
Si tratta del quinto anno da record consecutivo di emissione sul mercato. Si stima che nel 2018 saranno emessi 110-135 miliardi di USD.
Sebbene il mercato sia stato a lungo dominato dalla Banca Mondiale, che ha agito come un emittente quasi monopolistico, dal 2013 lo scenario di mercato si è maggiormente diversificato in termini di emittenti privati, industrie e scadenze.
Gli Stati sono sempre più interessati a questo tipo di tematiche. Di fatto, la Polonia è stato il primo paese ad emettere un titolo di Stato green.
La Francia si è mossa poi rapidamente in questa direzione e il suo bond a 22 anni ha riscosso un grande successo, avendo raccolto un totale di 7 miliardi di euro. Infine, grazie alla presidenza ricoperta durante la recente edizione della COP 23 (il vertice sul cambiamento climatico), anche le isole Figi hanno proposto un’emissione obbligazionaria di green bond di quasi 50 miliardi di USD, diventando il primo paese emergente ad emettere un’obbligazione di questo tipo.
Tenendo conto delle esigenze in termini di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici, il mercato obbligazionario green delle economie emergenti è destinato a crescere rapidamente.
Le compagnie di assicurazione e gli altri investitori istituzionali a lungo termine sono abbastanza interessati a questo tipo di attivi, in quanto il loro profilo d’investimento impone di investire abbondantemente in prodotti a reddito fisso per coprire le proprie passività.
Anche l’Impact Investing fa parte della loro strategia di investimento responsabile. Inoltre, la regolamentazione, in particolare l’articolo 173 della legge francese sulla transizione energetica, tende a indirizzare gli investitori verso questo tipo di investimenti, in quanto consente loro di fornire un chiaro contributo ad un’economia a basse emissioni di carbonio.
Infine, l’interesse per gli obiettivi di sviluppo sostenibile sarà di sostegno anche per il mercato delle obbligazioni green, che senza dubbio continuerà ad avere successo nei prossimi anni.
Commento a cura di Ophélie Mortier, Responsabile degli Investimenti Responsabili di Degroof Petercam AM