Le aspettative sulla crescita economica dell’eurozona possono essere aggiornate al +0,6% per il 2023, significativamente al di sopra del consenso di mercato.
Se da un lato quest’anno la crescita economica dell’eurozona rimarrà debole per via del protrarsi delle conseguenze della crisi energetica, dall’altro sembra essersi allontanato il rischio di una recessione tecnica.
La revisione delle stime riflette i recenti risultati confortanti, in particolare dei dati industriali e dei sondaggi, che vedono uno slancio di crescita più resiliente rispetto a quanto osservato alla fine dello scorso anno, grazie sia ai più contenuti prezzi del gas naturale che all’anticipata riapertura della Cina.
Le aspettative sulla crescita economica dell’eurozona possono essere quindi aggiornate al +0,6% per il 2023 (da -0,1%), significativamente al di sopra del consenso di mercato. Guardando tra gli Stati membri, la crescita è attesa più debole in Germania e in Italia, paesi che dipendono maggiormente dall’attività industriale ad alta intensità energetica, rispetto a Francia e Spagna che dispongono di fonti energetiche più diversificate e sono paesi relativamente più ad alta intensità di servizi.
per quanto riguarda l’inflazione, sembra che abbia già superato il picco e, dopo il forte calo dei prezzi dell’energia, il dato complessivo nell’area dell’euro potrebbe arrivare a fine anno intorno al 3,3% (rispetto al 4,5% precedente).
Atteso anche un rallentamento dell’inflazione coreal 3,3% entro la fine dell’anno grazie al calo dei prezzi dei beni, mentre persiste una pressione al rialzo sull’inflazione dei servizi a causa dell’aumento del costo del lavoro. In questo quadro, la BCE dovrebbe continuare con la sua politica di rialzo dei tassi con aumenti di 50 punti base, sia a febbraio che a marzo, prima di rallentare a 25 punti base, per un tasso terminale del 3,25% a maggio.
Commento a cura di Antonio De Negri – Smart Bank