La prospettiva di un ridimensionamento della distanza tra BCE e Fed dovrebbe favorire nel 2022 una graduale risalita dell’euro.
L’euro si è deprezzato nel 2021, da 1,23 a 1,11 EUR/USD, subendo la maggior forza della ripresa USA e la maggior rapidità della svolta Fed.
Con la riunione del 16 dicembre però, anche la BCE ha posto le basi per l’avvio del processo di normalizzazione, annunciando una graduale riduzione degli acquisti a partire da gennaio 2022, resa possibile dalla prosecuzione della ripresa economica (crescita attesa a 5,1% nel 2021, 4,2% nel 2022, 2,9% nel 2023 e 1,6% nel 2024) e dalla salita dell’inflazione (attesa a 3,2% l’anno prossimo dal 2,6% di quest’anno, e poi in calo a 1,8% sia nel 2023 che nel 2024).
Ciononostante, a causa del recente rallentamento della ripresa e del deterioramento del quadro pandemico, la BCE ha spiegato di volersi riservare la massima flessibilità, precisando di essere pronta a riprendere gli acquisti qualora lo scenario dovesse nuovamente peggiorare.
La distanza rispetto alla Fed quindi diminuisce, ma l’estrema gradualità del processo di riduzione del QE, la potenziale temporanea reversibilità e la prospettiva che la svolta sui tassi sia comunque lontana (ipotizzabile nel 2023 inoltrato), mantengono tale distanza ancora elevata.
La prospettiva di un graduale ridursi della distanza tra BCE e Fed dovrebbe favorire una graduale risalita dell’euro nel corso del 2022 verso 1,20 EUR/USD sull’orizzonte annuale, ma nel breve (1m-3m) la moneta unica potrebbe tornare a indebolirsi (entro 1,12-1,10 EUR/USD) perché sullo scavalco dell’anno il temporaneo rallentamento della ripresa nell’area e l’incertezza dovuta a Omicron manterranno il confronto macro sfavorevole rispetto agli USA.
I rischi sono leggermene verso il basso nel breve, ovvero per un euro che potrebbe rivelarsi più debole delle attese qualora la Fed optasse per quattro rialzi invece dei tre attualmente previsti, e leggermente verso l’alto nel medio termine, per il maggiore upside dell’euro all’avvicinarsi della svolta sui tassi BCE e minor upside del dollaro in fase più avanzata del ciclo di rialzi.
Report a cura di Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche