Sei settimane fa si pensava che Theresa May avrebbe vinto le elezioni politiche con una schiacciante maggioranza. La realtà di oggi si è dimostrata decisamente diversa.
I mercati finanziari e quelli delle scommesse si aspettavano manifestamente, e avevano già scontato, un’ampia maggioranza dei Tory nelle elezioni politiche di ieri, ignorando i dati dei sondaggi delle ultime settimane e degli ultimi giorni di campagna elettorale che davano i Laburisti in ripresa, e forse anche sulla scorta degli ripetuti errori dei sondaggi che negli ultimi anni si erano sempre rivelati una sorpresa positiva per i Conservatori (il cosiddetto fenomeno del “shy Tory”, il conservatore timido che non rivela il suo voto se intervistato per un sondaggio elettorale).
Tuttavia questo fattore sembra ormai essere stato sorpassato da un numero record di giovani che hanno votato Labour. Di conseguenza, il risultato di un cosiddetto hung parliament (il parlamento sospeso) ha avuto i suoi impatti.
I mercati valutari hanno reagito istantaneamente agli exit poll con un repentino e significativo calo della sterlina rispetto sia all’euro che al dollaro. La sterlina è attualmente sotto di circa 3 punti rispetto al dollaro e di 2 punti rispetto all’euro.
Analizzando il modello affermatosi negli ultimi mesi, ogni deprezzamento della sterlina ha condotto a un apprezzamento del mercato azionario britannico. Poiché le principali società del Regno Unito generano una parte significativa del loro reddito attraverso l’attività internazionale, il deprezzamento della sterlina fa aumentare il valore dei redditi generati all’estero di queste società britanniche.
Il Gilt è rimasto relativamente stabile, con i rendimenti nominali del decennale decisamente neutri all’apertura dei mercati, mentre i rendimenti reali del decennale sono diminuiti dello 0.04% poiché gli investitori hanno ricercato una protezione contro un possibile rialzo dell’inflazione se la sterlina perde terreno. I Titoli di Stato con scadenze più lunghe, che hanno un impatto più rilevante sui coefficienti di raccolta dei fondi pensione, hanno subito variazioni poco più che modeste.
Nel complesso questi movimenti tendono ad avere un impatto sostanzialmente neutro sulla maggior parte dei fondi pensione. Le azioni britanniche sono aumentate leggermente e ne avranno beneficiato anche le società che detengono asset in valuta estera. Tuttavia, a conti fatti, i rendimenti sono calati, facendo aumentare il valore delle passività dei fondi.
Mentre scriviamo, è molto difficile capire quali saranno le ramificazioni politiche future. È probabile che Theresa May, in qualità di leader del principale partito, rimarrà Primo Ministro; tuttavia non è facile capire come possa far adottare le leggi più importanti.
I Laburisti d’altro canto avranno bisogno di una coalizione a largo spettro per permettere a Jeremy Corbyn di diventare Primo Ministro, chiedendo il sostegno del SNP, dei LibDem, dei Verdi, dei nazionalisti gallesi e di alcuni partiti che rappresentano l’Irlanda del Nord.
Lo scenario più probabile è che i Conservatori ricerchino un’alleanza con il DUP (il principale partito unionista dell’Irlanda del Nord) per formare una coalizione oppure per stringere un accordo meno formale.
Sinn Fein ha ottenuto sette seggi nella notte e – esito di portata storica – non ha conquistato il seggio a Westminster. Pertanto, se i Tory si alleano con il DUP potrebbero sopravvivere a una mozione di sfiducia.
È fuor di dubbio che una posizione indebolita dei Tory renderà loro più difficile affrontare il processo per la Brexit in Parlamento e più facile per gli altri partiti ostacolare / rallentare il processo (anche se limitato dall’ampio consenso elettorale ricevuto dai due partiti, entrambi favorevoli alla Brexit in un modo o nell’altro).
Come già commentato dall’UE, la nuova composizione del Parlamento britannico renderà ancora più incerti i negoziati, nonché i tempi per fare passi avanti degni di nota.
Ora come ora non crediamo che i fondi pensione inglesi faranno a gara per assumere un’azione strategica significativa sulla copertura dei tassi di interesse o sull’esposizione azionaria ma riteniamo che potrà presentarsi una maggiore volatilità della valuta.
Commento a cura di Robert Scammell e Nikesh Patel – Kempen Capital Management