Crisi e Covid-19, per il gioco calo di entrate e occupazione: i dati

Il comparto del gioco rappresenta l’1% del PIL italiano. Quello online da parte sua continua a crescere.

covid-19 giocoL’ultimo Decreto Legge presentato dallo Stato, come è noto, ha riaperto i locali da gioco dallo scorso 1 luglio. Nel pieno rispetto di una normativa Covid che, tra Green Pass e paletti, si è fatta vieppiù stringente.

Intanto il bilancio, dopo le riaperture, è drammatico: il gioco terrestre è rimasto chiuso per oltre 300 giorni ed il collasso è stato evitato solo dal blocco sui licenziamenti e dalla cassa integrazione.

L’ha sottolineato la CGIA di Mestre, tramite un lavoro di ricerca a cura di Andrea Vavolo. I dati riportati dal blog di settore Gaming Insider hanno confermato che l’intero settore ha tenuto botta grazie alle misure di sostegno varate dal governo, essendo uno di quelli più penalizzati dal lockdown e dalle successive chiusure.

Nel report “il settore gioco lecito-comparto degli apparecchi con vincita in denaro in Piemonte” sono stati analizzati i dati dal 2015 al 2020. In termini di fatturato AWP e VLT hanno visto il fatturato ridursi da 100 a 30, la raccolta a 43 ed il gettito erariale a 65.

A causa dei periodi di sospensione dell’attività dovuti all’emergenza Covid gli operatori del settore hanno subito gravissime contrazioni del fatturato, con una media del 46%. Sul fronte occupazione invece dall’Istituto Tolomeo Studi e Ricerche è stata sottolineata un’altra nota positiva.

Il comparto del gioco equivale all’1% del PIL italiano, con un valore aggiunto di 15 miliardi e mezzo. Dall’Istituto hanno spiegato anche il motivo: parte dei lavoratori del settore gioco è calcolata come unità di lavoro standard (ULA), ragion per cui si lavora sulla base di un orario standard di 8 ore e 5 minuti per 12 mesi.

A fronte di 78.500 ULA il settore gioco, che comprende anche gli indiretti, come provider, gestori, produttori, arriva ad un totale di 197.000 dipendenti. Il gioco online da parte sua continua la sua crescita: con ogni probabilità al 250% attuale di crescita, se ne aggiungerà un altro 250% entro la fine del 2021.

Intanto a spaventare sono anche i dati INPS del rapporto sul Mercato del Lavoro 2020. I settori più penalizzati ovviamente sono alberghi e ristoranti, come attività immobiliari e servizi alle imprese.

Da marzo a maggio 2020 il personale a tempo determinato è arrivato al -7,5% tra giugno e novembre, in particolare nei settori artistici, sportivi, di intrattenimento.

La quota dei lavoratori in smart working, nelle imprese che hanno attivato il lavoro a distanza, per le attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento passa dal 5% di gennaio-febbraio 2020 al 48,3% di marzo-aprile 2020; per poi scendere al 39,1% fra gennaio e marzo 2021.

Più in generale il settore intrattenimento-divertimento arriva al -7,6%, con una forte ricaduta sulla situazione occupazionale caratterizzata da rapporti lavorativi a tempo determinato, di media o breve durante.

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