La riapertura del negoziato tra Roma e Bruxelles include una possibile manovra correttiva sui conti pubblici italiani da oltre 3 miliardi di euro.
“Stiamo scherzando? Per qualche zero virgola di sforamento dei parametri europei rischiamo di eliminare la possibilità di avere risorse e fondi da destinare alla crescita del Paese, facendo ripartire la perversa spirale di rigore e austerity che ci ha massacrato”. Lo dichiara il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci, commentando la riapertura del negoziato tra Roma e Bruxelles che include una possibile manovra correttiva sui conti pubblici italiani da oltre 3 miliardi di euro.
“Bisogna insistere col taglio della pressione fiscale e ogni euro di denaro reperibile nei conti pubblici va indirizzato a perseguire quell’obiettivo” aggiunge il vicepresidente dell’associazione.
Secondo Pucci “i vincoli di bilancio imposti dall’Unione europea alle finanze pubbliche dei paesi membri rappresentano un freno allo sviluppo e alla crescita: sono stati pensati e approvati in un quadro storico e macroeconomico completamente diverso da quello di oggi è pertanto sono anacronistici.
Nati per controllare i conti degli Stati membri, si sono trasformati in boomerang per la crescita del pil.
Sono ormai intollerabili, in particolare, i tetti al rapporto tra deficit e prodotto interno lordo, perché in talune circostanze gli investimenti statali, effettuati in trasparenza e senza sprechi, possono aiutare l’economia”.