Commento sull’ultima riunione del Federal Open Market Commitee (FOMC) della Federal Reserve (FED).
Dato l’atteggiamento più cauto della Fed all’inizio di quest’anno e un quadro macroeconomico e inflazionistico invariato, si prospettava per questo incontro un esito invariato. È infatti così è stato.
Lo statement del FOMC infatti non è cambiato di molto, con un atteggiamento paziente che chiaramente ancora persiste, soprattutto a causa di un’inflazione inferiore al 2%.
La Fed ha riconosciuto che il mercato del lavoro rimane forte e che l’attività economica è cresciuta ad un ritmo sostenuto. Più interessante, in un annuncio separato, è stato l’abbassamento per la terza volta consecutiva in un anno – dal 2,4% al 2,35% – dell’IOER (Interest Rate on Excess Reserve).
Questo per far fronte alla recente pressione al rialzo del tasso effettivo dei fondi Fed. La Fed ha infine lasciato la porta aperta a futuri interventi di adeguamento in funzione degli sviluppi economici e finanziari globali e delle pressioni inflazionistiche.
A seguito della diffusione dello statement il mercato non si è mosso troppo nel complesso. Le azioni hanno registrato un lieve rally, il dollaro USA ha avuto una performance leggermente migliore e i tassi hanno continuato a scendere.
Durante la conferenza stampa, tuttavia, questi movimenti si sono rapidamente invertiti, poiché il Presidente, Jerome Powell, ha dichiarato che la Fed non ritiene che vi siano argomenti a sostegno di una variazione dei tassi, in entrambe le direzioni.
Poco dopo l’annuncio, i rendimenti dei Treasury USA a 10 anni sono scesi sotto il 2,46%, l’indice DXY inizialmente è sceso di 30 punti base e l’S&P 500 di 15. Vale la pena notare che la liquidità era al di sotto della norma, poiché molti paesi in Europa e America Latina festeggiavano il Labor Day.
Commento a cura di Unigestion