Buzzi Unicem: fatturato +5,2%, sale il MOL, redditività al 17,8%. Buona intonazione della domanda in Stati Uniti, contesto recessivo in Ucraina ed in Russia, cala in Italia il consumo di cemento.
Il Consiglio di Amministrazione di Buzzi Unicem ha esaminato il resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2015. Le prospettive di crescita globale per l’anno in corso sono state riviste al ribasso a causa dell’esposizione, più intensa del previsto, al rallentamento dell’economia cinese, il cui percorso di rientro dagli alti livelli di investimento e di indebitamento ha influenzato ed inciso negativamente sui corsi delle materie prime e sulla dinamica del commercio internazionale. Nei paesi maturi l’economia ha continuato ad espandersi, sia pure con differente intensità.
Negli Stati Uniti d’America il PIL ha accelerato più delle attese nel secondo trimestre e la crescita è proseguita nel terzo trimestre, ad un ritmo più contenuto, trainata dai consumi interni.
Nella zona Euro l’attività economica è avanzata nei mesi estivi in linea con le attese, sospinta dall’interscambio con l’estero, ovvero una decisa accelerazione delle esportazioni ed un contestuale rallentamento delle importazioni, con lo stimolo derivante dai consumi in parte compensato dalla diminuzione degli investimenti, in particolare quelli in costruzioni.
Guardando alle maggiori economie, il PIL è cresciuto in maniera pressoché analoga nel secondo e nel terzo trimestre in Italia (+0,3%) ed in Germania (+0,4%), mentre ha ristagnato in Francia.
Nel secondo trimestre e nei mesi successivi, il quadro macroeconomico delle economie emergenti è stato dominato dal rallentamento della Cina, che ha indebolito i corsi internazionali delle materie prime, con ricadute negative sulla crescita dei maggiori esportatori; in Brasile e Russia si sono intensificate le spinte recessive, ed il clima di fiducia si è deteriorato.
Durante il terzo trimestre del 2015, il settore delle costruzioni ha espresso un ritmo di crescita soddisfacente in Stati Uniti, Polonia, Repubblica Ceca ed è rimasto stabile in Lussemburgo.
Per contro asi è assistito ad un rallentamento in Russia e maggiori difficoltà in Italia e Germania. Nel periodo gennaio-settembre 2015, le vendite di cemento e clinker del gruppo si sono attestate a 19,2 milioni di tonnellate con un incremento del 1,3% rispetto al precedente esercizio.
Variazioni favorevoli sono state registrate in Stati Uniti d’America, Polonia, Russia (esclusivamente grazie all’apporto della cementeria di Korkino) e Repubblica Ceca, mentre in Europa Centrale il mercato è rimasto sottotono ed in Italia una certa ripresa dell’export non ha compensato la debolezza del mercato domestico, tornato a livelli molto deboli durante il terzo trimestre.
Le vendite di calcestruzzo preconfezionato, pari a 8,9 milioni di metri cubi, sono diminuite del 2,3% rispetto ai primi nove mesi del 2014, con la conferma di una maggior produzione di Buzzi Unicem in Paesi Bassi, Lussemburgo, Polonia, Repubblica Ceca ed un lieve segno positivo in Italia; per contro si è consolidata la flessione in Germania ed in Stati Uniti.
L’evoluzione dei prezzi del cemento nei primi nove mesi, espressi in valuta locale, è stata chiaramente in aumento in Stati Uniti ed in Ucraina (effetto inflazione); modeste variazioni si sono verificate in Germania (favorevoli) ed in Lussemburgo, Repubblica Ceca e Russia (sfavorevoli). In Polonia ed in Italia la diminuzione di prezzo è stata invece più accentuata.
I costi di produzione hanno continuato a beneficiare di un andamento piuttosto favorevole dei combustibili e dell’energia elettrica. L’utilizzo della capacità produttiva in Stati Uniti, Polonia e Repubblica Ceca è risultato superiore a quello dell’esercizio precedente, comportando una minore incidenza dei costi fissi per unità di prodotto, per contro in Russia ed Europa Centrale, l’incidenza è aumentata.
Il fatturato consolidato è aumentato del 5,2%, passando da 1.898,7 a 1.998,1 milioni, ed il margine operativo lordo è stato di 352,1 milioni (+49,5 milioni ovvero +16,4%). Il dato dei primi nove mesi del 2015 è stato penalizzato da costi non ricorrenti netti per 3,2 milioni (erano 4,6 milioni nello stesso periodo del 2014); al netto delle voci non ricorrenti, l’aumento del margine operativo lordo sarebbe stato di 48,1 milioni (+15,6%).
La redditività caratteristica ricorrente di Buzzi è passata così dal 16,2% al 17,8%. Le variazioni nei tassi di cambio hanno avuto un effetto netto positivo grazie al rafforzamento del dollaro, parzialmente controbilanciato dalle perdite di valore del rublo russo e della hryvnia ucraina.
A perimetro e cambi costanti, il fatturato avrebbe presentato un aumento di 0,5%, mentre il margine operativo lordo sarebbe migliorato del 8,7%.
Dopo ammortamenti e svalutazioni per 145,2 milioni (166,5 milioni nei primi nove mesi del 2014, compresi 30,9 milioni riferiti all’avviamento in Ucraina), il risultato operativo è stato pari a 206,9 milioni (136,1 milioni nel 2014).
Gli oneri finanziari netti sono passati da 50,7 a 83,7 milioni, di cui 28,3 milioni riferiti a voci senza manifestazione monetaria. Il risultato delle partecipazioni valutate al patrimonio netto è stato pari a 50,0 milioni (36,2 milioni nello stesso periodo del 2014) e le plusvalenze da realizzo partecipazioni sono ammontate a 5,7 milioni (0,1 milioni nel 2014).
L’utile ante imposte dei primi nove mesi si è attestato a 178,9 milioni contro 121,8 milioni a settembre 2014. Il conto economico ha chiuso con un utile del periodo pari a 120,3 milioni, di cui 117,6 milioni attribuibili agli azionisti della società (51,4 milioni nel 2014).
Il flusso di cassa del periodo ha raggiunto i 265,5 milioni (221,8 milioni il corrispondente valore nel 2014). L’indebitamento finanziario netto al 30 settembre 2015 ammonta a 1.073,9 milioni, in aumento di 11,2 milioni rispetto al dicembre 2014. Il patrimonio netto di Buzzi Unicem a fine settembre 2015, inclusa la quota spettante agli azionisti terzi, ammonta a 2.552,8 milioni, contro i 2.362,1 milioni del 31 dicembre 2014; ne deriva un rapporto indebitamento finanziario/patrimonio netto pari a 0,42 (era 0,45 a fine 2014).