Preoccupano le possibili ricadute sull’Ue della Brexit, con altre nazioni che potrebbero seguire il modello inglese. Fattore critico per le banche italiane è la gestione delle sofferenze bancarie.
La vittoria del fronte pro-Brexit al referendum inglese dello scorso 23 giugno ha riportato forte volatilità sui mercati azionari globali.
Tra i comparti più colpiti dalle vendite vi è stato sicuramente quello bancario. A penalizzare le quotazioni degli istituti di credito europei sono stati diversi elementi.
Secondo gli analisti, l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea impatterà negativamente sulle prospettive congiunturali del Vecchio Continente, elemento negativo per la redditività degli istituti di credito.
Sempre su questo fronte, le banche sono state penalizzate da un incremento delle probabilità che la Banca Centrale Europea e quella inglese adottino una politica monetaria ultra-espansiva per un periodo più lungo. Questa voce impatterebbe negativamente sui ricavi da margini di interesse da parte degli istituti di credito.
Il tema più importante per quanto riguarda il comparto bancario è tuttavia politico.
A preoccupare gli investitori internazionali le possibili ricadute sull’Unione Europea della Brexit, con altre nazioni che potrebbero seguire il modello inglese e decretare la fine del modello europeo così come costruito in questi anni
Questo fattore avrebbe dunque ripercussioni sullo scudo della Bce offerto ai titoli di Stato dell’Eurozona e dunque alla solidità degli stati patrimoniali delle banche.
Una delle motivazioni per cui le banche della periferia hanno accusato perdite maggiori sta in questo aspetto. Un ultimo fattore critico per le banche italiane è legato alla gestione delle sofferenze bancarie.
Un’economia più debole e un’Europa meno coesa porterebbe a nuovi incrementi dei crediti deteriorati.
In questa direzione, estremamente positiva è stata l’autorizzazione da parte della Commissione Europea alle garanzie statali per le banche italiane su 150 miliardi di euro di liquidità. Questo dovrebbe contribuire ad arginare gli attacchi speculativi.
Analisi Tecnica
L’impatto del referendum inglese è stato molto significativo anche sul fronte dell’impostazione grafica dell’indice Eurostoxx Banks.
La pesante battuta d’arresto registrata il 24 giugno ha infatti portato le quotazioni del paniere a violare al ribasso i supporti dinamici espressi sul daily chart dalla trendline rialzista tracciata con i minimi del 9 febbraio e del 7 aprile.
Detta linea di tendenza rappresentava la parte inferiore dell’ampio triangolo in costruzione da febbraio e delimitato superiormente dalla trendline ribassista tracciata con i top decrescenti del 14 marzo e 27 maggio.
Il segnale di vendita emerso con la rottura menzionata è stato accompagnato da un ulteriore segnale di debolezza quale il cedimento dei precedenti minimi annuali registrati in febbraio in prossimità della soglia psicologica dei 90 punti.
L’analisi delle medie mobili fa emergere riscontri negativi, con le quotazioni che hanno incrociato dall’alto verso il basso le medie mobili di medio e lungo periodo.
L’insieme di questi elementi potrebbe così spingere nel medio termine i corsi sui minimi del luglio 2012.
Vista l’importanza dei recenti ribassi, nel breve non sono tuttavia da escludere eventuali rimbalzi utili al completamento del test del cambio di stato profondo della trendline rialzista violata al ribasso lo scorso 24 giugno.