Per i risparmiatori coinvolti nel bail in di Banca delle Marche, Pop. dell’Etruria, CariFerrara e CariChieti potrebbe esserci una via d’uscita: trasformare le obbligazioni subordinate in titoli irredimibili.
Il Governo italiano in qualche modo ha salvato e garantito la continuità operativa di Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria, Cassa di Risparmio di Ferrara (CariFerrara) e Cassa di Risparmio di Chieti (CariChieti).
Hanno pagato amaramente i possessori di obbligazioni subordinate, non garantite, emesse e vendute dalle quattro banche in questione. Di fatto i 10.350 risparmiatori, con circa 350 milioni di euro di obbligazioni sottoscritte, hanno visto azzerato il valore di detti titoli in loro possesso. A nulla vale la circostanza che fossero più o meno consapevoli dei rischi connessi a tale specifico investimento.
Per venire incontro agli obbligazionisti coinvolti nel bail in si potrebbe prevedere la trasformazione delle loro obbligazioni subordinate, con valore attualmente azzerato, in titoli irredimibili. Essi, come noto, non hanno scadenza e riconoscono ai relativi titolari una rendita perpetua, che potrebbe essere agganciata, in ipotesi, al rendimento medio annuo dei Buoni del Tesoro quinquennali, con un limite massimo del quattro per cento, senza alcun diritto al rimborso del corrispondente capitale nominale.
Resta fermo l’accertamento di eventuali responsabilità nella vendita delle obbligazioni subordinate in oggetto e nella mancata o inadeguata vigilanza istituzionale sulle banche interessate.
Restano ferme le responsabilità degli organi dirigenti delle stesse banche per la relativa gestione, in questo caso discutibile o scorretta, con particolare riferimento ai finanziamenti concessi in precedenza a soggetti terzi (privati ed aziende), finiti poi in sofferenza.
A tal riguardo sarebbe opportuno portare a conoscenza del pubblico, ed in particolare dei risparmiatori rovinati, l’elenco degli affidamenti e dei mutui concessi dalle quattro banche “salvate” che hanno fatto registrare incagli e perdite nette a fronte dei capitali prestati. Capitali che, a monte, sono stati forniti alle banche anche dagli obbligazionisti seppur a “condizione subordinata”.
Le quattro banche oggi salvate con il bail in si farebbero carico, negli anni a venire, del pagamento dell’interesse annuo sui titoli irredimibili così emessi. In tal modo resterebbe anche memoria storica e traccia contabile della penosa vicenda registrata.
Commento a cura di Sàntolo Cannavale – www.santolocannavale.it