Via libera del CdA di Azimut alla nuova politica di dividendo per il periodo 2021-2024.
Azimut chiude i primi 9 mesi del 2021 con un utile netto consolidato di 322,4 milioni di euro rispetto ai 230,2 milioni dei primi 9 mesi del 2020, in anticipo sul target di utile netto 2021. Nel terzo trimestre dell’anno l’utile netto consolidato è pari a 96,4 milioni rispetto agli 87,1 milioni del terzo trimestre 2020.
I ricavi consolidati sono aumentati a 866,3 milioni dai 728,5 milioni dei primi 9 mesi del 2020,il reddito operativo consolidato nei 9 mesi è stato di 353,3 milioni.
Il totale delle masse gestite a fine settembre 2021 è pari a 52,4 miliardi che con il risparmio amministrato e gestito da case terze direttamente collocato arriva a 78,6 miliardi.
Si attesta a 15,3 miliardi la raccolta netta totale nei primi nove mesi dell’anno, in forte crescita il business internazionale che ad oggi rappresenta il 39% del patrimonio complessivo di gruppo.
La Posizione Finanziaria Netta consolidata a fine settembre 2021 risultava positiva per circa € 121 milioni, in miglioramento rispetto ai € 58 milioni di fine giugno 2021. Nei 9 mesi sono stati pagati dividendi ordinari per ca. € 136 milioni cash e sono stati fatti investimenti per lo sviluppo per ca. € 96 milioni. La PFN include anche versamenti per ca. € 50 milioni per acconti d’imposta, bollo virtuale e riserve matematiche.
Il CdA di Azimut ha approvato la nuova politica di dividendo per il periodo 2021-2024, fissando un payout sull’utile netto ricorrente tra il 50-70%, determinato annualmente a seconda di eventuali operazioni di M&A.
Pietro Giuliani, Presidente di Azimut Holding, ha così commentato i risultati del periodo: “Siamo particolarmente orgogliosi dei risultati conseguiti in questi 9 mesi. Siamo in presenza di risultati impensabili solo all’inizio dell’anno. E’ molto importante quanto fatto: sui mercati internazionali abbiamo raggiunto circa il 40% delle masse, sull’economia reale siamo proiettati per fine anno all’8% delle masse gestite totali. Abbiamo deciso di ascoltare le richieste di molti azionisti sulla definizione di una politica di dividendo che si sostanzia in un impegno per i prossimi anni a pagare tra il 50% e il 70% dell’utile netto ricorrente.”